Si è conclusa con successo l’edizione 2023 degli Stati Generali della Scuola Digitale. Più di 3.500, con un aumento di affluenza rispetto al 2022 del 40%. Sono i numeri degli Stati Generali della Scuola Digitali, che si sono tenuti a Bergamo. una riflessione approfondita e costruttiva sul sistema scolastico italiano, fornendo spunti di dibattito ma anche soluzioni e idee per l’evoluzione dell’istruzione digitale in Italia.
L’iniziativa è stata organizzata dal Comune di Bergamo e dall’Associazione Impara Digitale, in collaborazione con la Direzione Generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale del Ministero dell’Istruzione e Merito, grazie al Protocollo d’Intesa siglato con l’Associazione Impara Digitale.
“Un’affluenza di pubblico così alta implica cha la scuola italiana ha bisogno di incontrarsi e di confrontarsi, poiché dopo i fondi del PNRR piovuti sulla scuola, essa ha ora necessità di punti di riferimento, di indicazioni chiare per intraprendere un reale percorso verso l’innovazione” ha commentato Dianora Bardi, presidente e fondatrice dell’Associazione Impara Digitale e ideatrice della manifestazione. “In questi due intensi giorni di lavoro – ha aggiunto – abbiamo dato concretezza a molte idee: incontrato le istituzioni scolastiche e gli esperti del settore per parlare delle criticità che l’istruzione sta vivendo ma anche per dare importanti indicazioni su come affrontare il futuro. Non a caso, infatti, il Ministero dell’Istruzione e del Merito si è confrontato in maniera diretta con docenti, studenti e genitori, non solo mettendosi in ascolto ma indicando anche i passi che dovrà compiere nei prossimi mesi per progettare il futuro della scuola digitale”.
Una spinta al digitale che può arrivare anche dal Pnrr, che ha portato risorse importanti per il sistema scolastico italiano. Gli investimenti da parte degli istituti si sono concentrati sull’acquisto di attrezzature tecnologiche. In particolare, Gianna Barbieri, direttore generale del Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha mostrato che dal 2015 al 2022 sono stati messi a disposizione delle scuole italiane complessivamente 386 milioni di euro, di cui l’82% destinati all’acquisto di dispositivi e strumenti per la didattica digitale e/o per l’attrezzatura di spazi di apprendimento innovativi.
Ma le attrezzature non bastano. Occorrono formazione per utilizzarle al meglio da parte di tutti gli operatori scolastici e nuovi contenuti di insegnamento, anche per realizzare esperienze di apprendimento su misura in base alle singole esigenze e capacità degli studenti.
Agli Stati Generali della Scuola Digitale si è parlato anche di lavoro, di nuove competenze e di nuove professioni che subiscono trasformazioni sempre più repentine tanto che il modello formativo basato sull’esecuzione in maniera standardizzata di task e piccoli obiettivi non è più sostenibile. Nel futuro prossimo il mondo del lavoro, grazie all’apporto della tecnologia e dell’IA, sarà sempre più focalizzato sullo sviluppo di attività cognitive, dove quelle ripetitive saranno automatizzate per lasciare il posto a un lavoro a ‘umanità aumentata’, sostenibile e inclusivo. Questo impone anche un cambiamento organizzativo e la necessità di abbandonare strutture ispirate alla cultura gerarchica.