Ivan Perico, ex agente di commercio di Mapello, è stato condannato a 15 anni e 8 mesi per l’omicidio della cugina (non di primo grado) e vicina di casa, Stefania Rota. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte d’Assise, presieduta da Patrizia Ingrascì, con a latere Beatrice Purita, dopo un’ora e mezza di camera di consiglio.
Dettagli della sentenza
L’omicidio di Stefania Rota, avvenuto l’11 febbraio 2023, ha escluso l’aggravante dei motivi abietti. L’accusa di aver incendiato uno studio tecnico di Mapello, derivante dall’ossessione di Perico di essere stato raggirato, è stata riqualificata in forma tentata. Questo atto era avvenuto circa venti giorni dopo l’omicidio della cugina. La riqualificazione è stata possibile grazie a un accordo extragiudiziale per il risarcimento dei danni.
Riconoscimento delle sttenuanti
Riconosciute le attenuanti generiche, Perico ha beneficiato della riduzione di pena prevista dal rito abbreviato, inizialmente non accolto. La pm Letizia Ruggeri aveva chiesto una condanna a 15 anni e 6 mesi, mentre la difesa, rappresentata dall’avvocato Roberta Campana, aveva chiesto il minimo edittale.
Consulenza psichiatrica
Durante l’udienza, cui Perico non ha presenziato, la psichiatra Giuseppina Paulillo ha confermato che l’imputato era capace di intendere e volere, pur essendo affetto da un “disturbo della personalità di tipo narcisistico con tratti istrionici”. La psichiatra ha spiegato che si è trattato di un delitto d’impeto, di cui Perico ha subito avuto consapevolezza.
Familiari e disposizioni finali
Presenti in aula alcuni familiari di Stefania Rota. È stato disposto il dissequestro dell’abitazione dell’imputato, chiesto dalla difesa. Per le motivazioni della sentenza saranno necessari 60 giorni.
Il delitto contro la parente
Stefania Rota, coetanea e lontana parente di Perico (un nonno di Perico era fratello del padre di Stefania), è stata assassinata con un batticarne l’11 febbraio 2023. Il corpo è stato ritrovato solo il 21 aprile nella sua abitazione di via XI febbraio a Mapello. Perico aveva confessato il delitto, spiegando di aver agito al culmine di una lite riguardante questioni catastali e confini di proprietà.