Le organizzazioni mafiose consolidano sempre più la loro presenza in Lombardia, sfruttando le difficoltà economiche delle imprese locali. Secondo le stime della Cgia di Mestre, nella provincia di Bergamo ben 2.298 aziende sono potenzialmente a rischio infiltrazione, un dato che evidenzia il crescente legame tra criminalità organizzata ed economia legale.
La crisi economica come terreno fertile per le mafie
Non sono solo i mafiosi a cercare di agganciare gli imprenditori: sempre più spesso accade il contrario. Molte piccole e medie imprese in difficoltà si rivolgono direttamente alle organizzazioni criminali per ottenere liquidità immediata, accettando compromessi che le espongono al rischio di infiltrazioni. Il risultato è un volume d’affari per le mafie italiane stimato in circa 40 miliardi di euro all’anno, equivalente a due punti percentuali del Pil nazionale. Questo dato impressionante pone il “fatturato” dell’industria criminale ipoteticamente al quarto posto tra le principali aziende italiane, subito dopo giganti come Eni, Enel e Gestore dei Servizi Energetici.
La mappatura del rischio: Lombardia epicentro delle infiltrazioni
Grazie a un’analisi incrociata dei dati di Banca d’Italia e delle indagini della Direzione Investigativa Antimafia (Dia), emerge che in Italia ci sono circa 150.000 imprese potenzialmente legate a contesti criminali. La Lombardia rappresenta uno dei territori più esposti: Bergamo conta 2.298 aziende a rischio; Brescia ne registra 4.043, con un recente caso di 25 arresti per legami tra la ‘Ndrangheta e la politica locale; Milano, fulcro del triangolo industriale, raggiunge quota 15.644.
Estorsioni e nuovi metodi di controllo
Tra i reati principali delle organizzazioni mafiose in Lombardia figurano narcotraffico, traffico d’armi, appalti pubblici, gioco d’azzardo e smaltimento illegale di rifiuti, ma è attraverso le estorsioni che la mafia mantiene un controllo diretto sulle imprese. Nel 2023, a Bergamo sono state denunciate 198 estorsioni, un dato in crescita del 63% rispetto a dieci anni fa.
Al Nord, il fenomeno estorsivo ha cambiato volto: meno minacce esplicite e violenza, più “complicità” con le vittime. Le tecniche includono l’imposizione di personale da assumere, forniture obbligatorie o false fatturazioni. Tra i metodi più diffusi, le mafie chiedono in contanti l’importo dell’Iva, che le imprese devono successivamente versare all’erario, mascherando così il pagamento come una transazione legittima.
Un fenomeno in espansione
Il radicamento delle mafie nel tessuto imprenditoriale lombardo è il frutto di un fenomeno complesso e in evoluzione. L’economia legale e illegale si intrecciano, creando una situazione in cui molte aziende diventano strumenti di riciclaggio o copertura per attività criminali. La capacità delle mafie di adattarsi alle esigenze economiche locali rappresenta una sfida cruciale per le istituzioni e la società civile.