Bergamo, sgominata banda specializzata nei furti di Land Rover Defender

Due arresti: auto rubate con tecnologia avanzata e occultate in un capannone

Un’organizzazione specializzata nei furti di Land Rover Defender è stata smantellata dai carabinieri di Bergamo. Due uomini italiani, già noti alle forze dell’ordine, sono stati arrestati con l’accusa di furto aggravato e riciclaggio. Il gruppo criminale utilizzava strumenti tecnologici avanzati per eludere i sistemi di sicurezza e trafugare auto di lusso, per poi modificarle e prepararle per l’esportazione.

Un sistema di furti ben organizzato

L’indagine, coordinata dalla Procura di Bergamo, ha permesso di ricostruire un modus operandi preciso: i ladri individuavano i veicoli di lusso, li pedinavano per chilometri e, appena trovavano il momento opportuno, entravano in azione. Grazie a dispositivi capaci di bypassare i sistemi di sicurezza e rilevatori di frequenze per individuare eventuali sistemi di tracciamento, riuscivano a rubare i fuoristrada in pochi minuti.

Il ritrovamento nel capannone

Le indagini sono partite dalla denuncia di un automobilista che, dopo aver parcheggiato la sua Land Rover, l’ha vista sparire nel giro di pochi minuti. Attraverso l’analisi delle telecamere di videosorveglianza e altre tecniche investigative, gli inquirenti hanno individuato un capannone in cui venivano occultati e modificati i veicoli rubati. All’interno sono stati trovati strumenti per la riprogrammazione delle centraline, targhe false e documenti alterati, elementi che confermano l’esistenza di un vero e proprio traffico illegale di auto di lusso.

Arresti e indagini in corso

Nella mattina di mercoledì 12 febbraio, i carabinieri della Sezione Operativa di Bergamo, con il supporto della Compagnia di Zogno, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due uomini. Uno di loro è accusato anche di riciclaggio, per aver alterato il numero di telaio di una Mercedes GLC sottratta con un’operazione simile.

Le autorità stanno ora approfondendo il caso per verificare eventuali altri complici e dimensioni più ampie del traffico illecito, che secondo le prime stime avrebbe fruttato decine di migliaia di euro.

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