Scoppia la polemica a Monte Isola dopo l’entrata in vigore del divieto di sbarco per le biciclette nei giorni festivi e prefestivi. A denunciarne l’effetto negativo è Legambiente Basso Sebino, che punta il dito contro la nuova amministrazione dell’isola, accusata di adottare una misura “illogica, inspiegabile e discriminatoria verso la mobilità sostenibile”.
Il primo caso concreto si è verificato domenica 6 aprile, quando una comitiva di circa trenta turisti svedesi, giunti a Sulzano in bicicletta con l’intenzione di visitare l’isola pedalando, è stata costretta a lasciare i mezzi sulla terraferma. Il gruppo ha potuto risalire in sella soltanto al rientro, nel pomeriggio, per proseguire verso la Franciacorta. Una situazione che, secondo l’associazione ambientalista, penalizza il turismo internazionale e contrasta con la vocazione ecologica del territorio.
Il divieto, attivo dal 1° marzo, riguarda tutte le biciclette private in arrivo dalla terraferma e resterà in vigore fino a settembre nei giorni festivi e prefestivi, con un blocco totale previsto per l’intero mese di agosto. L’obiettivo dichiarato del provvedimento sarebbe quello di evitare congestioni e tutelare la vivibilità dell’isola, ma secondo Legambiente le modalità scelte appaiono incoerenti e dannose.
“Il Comune vieta lo sbarco delle bici, ma non ne vieta l’utilizzo a quelle prese a noleggio direttamente sull’isola”, sottolinea l’associazione, evidenziando una disparità di trattamento tra chi arriva autonomamente in bicicletta e chi usufruisce dei servizi locali. Una contraddizione che alimenta dubbi sulla reale finalità della norma, che rischia di apparire più orientata a favorire interessi commerciali interni che non a gestire realmente i flussi turistici.
La misura è stata già oggetto di critiche anche da parte di cittadini e operatori turistici, che temono ripercussioni sull’attrattività della destinazione, soprattutto in vista della stagione estiva. Monte Isola, considerata una perla del Lago d’Iseo e simbolo di turismo slow, potrebbe risultare meno accessibile proprio a quella fascia di visitatori più attenta all’ambiente e alla mobilità dolce.
Legambiente chiede un immediato ripensamento della decisione, proponendo soluzioni più eque come la regolamentazione degli accessi tramite prenotazione o il contingentamento degli arrivi nei momenti di maggiore affluenza, anziché un divieto generalizzato che colpisce indiscriminatamente chi sceglie un mezzo ecologico per spostarsi.