Sedici assalti a bancomat in poco più di tre mesi. È questo il dato allarmante che ha spinto la Procura di Bergamo ad aprire un’indagine unificata sui numerosi episodi di furto esplosivo registrati nel territorio provinciale tra gennaio e aprile. Un’indagine complessa, ancora avvolta dal massimo riserbo, che mira a far luce su una serie di attacchi mirati, probabilmente orchestrati da una banda altamente specializzata, forse guidata da un “regista” esperto in esplosivi.
Le modalità operative sono ormai consolidate: i malviventi agiscono di notte, in piccoli gruppi da tre o quattro persone, con il volto travisato e utilizzando l’ormai nota “tecnica della marmotta”, ovvero l’introduzione di una miscela gassosa negli sportelli automatici seguita da un’innescata esplosione controllata. Obiettivo: aprire la cassa senza danneggiare le banconote.
Un solo autore o più bande coordinate?
L’unificazione dei fascicoli d’indagine è avvenuta proprio per tentare di rispondere alla domanda centrale dell’inchiesta: si tratta di più gruppi criminali che utilizzano lo stesso metodo, oppure di una sola banda che si muove in maniera coordinata e con differenti “esecutori” a seconda dell’area?
Le zone più colpite risultano essere l’Isola bergamasca e la fascia centrale della provincia, e la ripetitività del modus operandi lascia pensare a un’organizzazione che agisce con competenza tecnica crescente, tanto che la quantità di gas utilizzata viene ora calcolata in modo preciso, al fine di massimizzare il bottino evitando la distruzione delle banconote.
Una regia tecnica dietro ai colpi
Secondo gli inquirenti, dietro i raid potrebbe esserci una figura centrale, un esperto in esplosivi – forse con competenze acquisite per lavoro o per passione – in grado di gestire con perizia le operazioni e di formare altri componenti della banda. Il sospetto è che il livello di organizzazione stia crescendo col tempo, rendendo i colpi sempre più rapidi, efficaci e meno rischiosi per gli autori.
In tutte le azioni documentate finora, i rapinatori arrivano su un’auto, mentre un secondo veicolo – probabilmente con un palo a bordo – resta a distanza per controllare la situazione. L’attacco si consuma in pochi minuti, lasciando alle spalle solo rumore e danni, spesso avvertiti in piena notte dagli abitanti dei centri colpiti.
Il calendario degli assalti: una strategia temporale?
Un elemento che ha attirato l’attenzione degli investigatori è la concentrazione temporale dei furti, che avvengono quasi esclusivamente nella prima metà del mese. Una possibile spiegazione – al momento solo ipotizzata – è legata alla maggiore disponibilità di denaro contante negli sportelli in coincidenza con l’accredito di stipendi e pensioni.
Nel dettaglio, sono stati sei i colpi a gennaio, tre a febbraio, tre a marzo e quattro ad aprile. Soltanto due tentativi sono falliti, entrambi nel mese di gennaio, a Suisio e Urgnano, grazie all’attivazione dei sistemi di sicurezza. Un ulteriore tentativo andato a vuoto, ai danni di un postamat a Castelli Calepio il 6 aprile, porta a 17 il numero totale dei raid riconducibili allo stesso schema.
Analisi dei filmati e ricerca delle fisionomie
Le forze dell’ordine stanno analizzando i filmati di videosorveglianza delle banche colpite, nella speranza di identificare movimenti sospetti, dettagli fisici o comportamentali, che possano condurre all’individuazione degli autori. Al momento, però, nessun arresto e identità ancora ignote, a conferma dell’abilità e della prudenza del gruppo (o dei gruppi) in azione.
La Procura continua a lavorare a pieno ritmo, coordinando le indagini dei carabinieri e degli altri corpi coinvolti, mentre la popolazione e gli istituti bancari restano in allerta. In attesa di nuovi sviluppi, l’attenzione resta alta soprattutto nelle settimane centrali del mese, quando statisticamente i bancomat tornano ad essere più “appetibili” per i ladri.