La provincia di Bergamo resta tra le più colpite d’Italia sul fronte degli incidenti stradali. Con 16 vittime già nei primi mesi del 2025, e altre 4 morti registrate fuori provincia, la situazione si conferma allarmante. Nel 2024 erano stati 56 i decessi su strada, un dato già preoccupante ma in calo rispetto ai 147 del 2007. Eppure, Bergamo è ancora la quinta provincia italiana per incidentalità, un primato che ora si cerca di contrastare con il progetto “Mobilità sicura”, presentato ieri in Consiglio provinciale.
L’iniziativa, che durerà un anno, è promossa dalla Provincia di Bergamo con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri tramite il Fondo contro l’incidentalità notturna, che ha destinato 100 mila euro al territorio orobico su un totale di due milioni stanziati a livello nazionale.
Il progetto coinvolge dieci Comuni – Albino, Caravaggio, Dalmine, Mozzo, Paladina, Ponte San Pietro, Romano, Stezzano, Treviglio e Treviolo – e sette partner: Aci, Aga (Associazione Genitori Antidroga), Università degli Studi di Bergamo, Ats, Ragazzi On the Road, e le associazioni nazionali dei carabinieri e della polizia locale.
“La nostra rete viaria è lunga oltre mille chilometri”, ha ricordato a L’Eco di Bergamo il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi, “e richiede una gestione complessa. Con questo progetto vogliamo intervenire in maniera strutturata per ridurre l’incidentalità, in particolare quella legata a guida sotto l’effetto di alcol e droga“.
Protagoniste saranno le polizie locali, che avranno il compito di implementare misure concrete per prevenzione, controllo e sensibilizzazione. In particolare, si punterà a coinvolgere i giovani tra i 14 e i 25 anni, categoria particolarmente esposta al rischio, ma anche automobilisti, motociclisti e operatori delle forze dell’ordine. Scuole e autoscuole riceveranno materiali formativi, utili a sviluppare una cultura della sicurezza sin dai primi approcci alla guida.
Il progetto punta sulla sinergia tra enti, come ha evidenziato Matteo Copia, comandante della polizia provinciale e coordinatore dell’iniziativa: “Vogliamo agire su formazione e informazione. Le cause principali di incidente sono alcol, droga e uso del cellulare. Servono strumenti e rete per contrastare questi fenomeni”.
Importante anche il contributo dei partner. Il presidente di Aci Valerio Bettoni ha sottolineato il ruolo della formazione: “Ogni anno portiamo mille giovani nella nostra sede per attività educative”. Per Luca Assi dell’Aga, è fondamentale il lavoro in rete: “Una persona in difficoltà coinvolge l’intero nucleo familiare. Per questo ci mettiamo anima e cuore”.
L’università di Bergamo parteciperà con un approccio integrato al territorio, come ha spiegato Francesco Romolo, docente di Medicina legale: “Le nostre parole chiave sono impara, cresci e vivi. Questo progetto le rappresenta tutte”. L’associazione Ragazzi On the Road coinvolgerà 12 studenti in attività sul campo con le forze dell’ordine, mentre Sara Bernardi di Ats ha rimarcato l’importanza della presenza educativa degli adulti nelle scuole.
Il progetto potrebbe proseguire anche oltre l’anno previsto, ha annunciato Gandolfi: “Se darà risultati, lo finanzieremo con risorse provinciali. È un investimento sul futuro e sulla sicurezza dei cittadini bergamaschi”.