Un totale di 14 milioni di euro è stato distribuito nel 2023 a 10.000 lavoratori bergamaschi sotto forma di premi di risultato. È quanto emerge dai dati elaborati dal Caf Cisl Bergamo su un campione di 60mila lavoratori dipendenti. Il 40% di questi premi è stato assegnato a dipendenti del settore metalmeccanico, il 13% nel tessile e nell’energia, mentre l’8% ha interessato il comparto bancario e assicurativo. A seguire, figurano costruzioni, commercio, turismo e Poste.
I numeri dei premi: importi medi e distribuzione
In media, il premio di risultato percepito dai lavoratori ammonta a 1.305 euro, mentre i benefit hanno un valore medio di 857 euro. Tuttavia, solo l’11% dei beneficiari ha incassato il premio massimo detassabile di 3.000 euro.
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18% dei lavoratori ha ricevuto benefit.
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8% ha diviso l’ammontare tra premio monetario e benefit.
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Le donne rappresentano il 32% dei percettori di premi, mentre tra i lavoratori che hanno ricevuto benefit il 13% è straniero.
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Quasi la metà dei beneficiari (48%) ha più di 50 anni, mentre gli under 30 sono solo l’8%.
Settore manifatturiero in testa, terziario in difficoltà
La maggior parte degli accordi aziendali è concentrata nel settore manifatturiero, dove premi e benefit raggiungono cifre consistenti, in alcuni casi anche oltre i 10mila euro.
Al contrario, il terziario resta indietro: meno del 10% degli accordi di contrattazione riguarda i lavoratori del commercio, turismo e servizi. Secondo Luca Nieri, segretario provinciale della Cisl di Bergamo, l’obiettivo per i prossimi anni è allargare la platea delle aziende coinvolte nella contrattazione di secondo livello:
“Ci sono ancora troppi lavoratori esclusi da queste opportunità. La sfida è portare la contrattazione anche nelle piccole aziende del terziario, dove la dimensione aziendale e il valore prodotto rendono più difficile il dialogo”.
Contrattazione aziendale: un fenomeno in crescita al Nord
A livello nazionale, la contrattazione aziendale e territoriale ha visto un incremento negli ultimi anni:
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12.073 contratti attivi in Italia, di cui l’81% aziendali e 2.252 territoriali.
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Il 73% dei contratti si concentra al Nord, con la Lombardia in testa (3.266 contratti, pari al 27% del totale).
A Bergamo, la contrattazione di secondo livello ha rappresentato un elemento strategico per la redistribuzione del valore aggiunto prodotto dalle aziende, ma anche per migliorare il benessere dei lavoratori in un contesto caratterizzato da profonde trasformazioni economiche.