UniBg, oltre l’80% lavora durante gli studi ma quasi 4 su 10 si laureano fuori corso

Dal Rapporto AlmaLaurea 2025 emerge un quadro positivo sul fronte occupazionale, ma l’internazionalizzazione cresce lentamente e calano i laureati in corso

All’Università degli Studi di Bergamo l’83,4% degli studenti lavora durante il percorso universitario, ma solo il 61,9% riesce a laurearsi nei tempi previsti. È quanto emerge dal Rapporto AlmaLaurea 2025, presentato martedì 10 giugno all’Università di Brescia, che fotografa il profilo e la condizione occupazionale dei laureati italiani. Lo studio ha coinvolto 3.995 neolaureati di UniBg, suddivisi in 2.383 triennali, 1.375 magistrali biennali e 237 a ciclo unico.

Nonostante il calo dei laureati in corso, l’occupazione dei laureati dell’ateneo orobico continua a crescere, confermando un trend positivo. A un anno dalla laurea triennale, l’84% degli studenti che non prosegue con la magistrale risulta occupato (contro l’80,1% del biennio precedente). Per i laureati magistrali, l’occupazione a un anno dal titolo sale all’87,4% (era l’85,2%). A cinque anni dalla laurea, i contratti a tempo indeterminato sono il 67,5% (in aumento rispetto al 64,5%) e cresce anche la retribuzione mensile netta.

Tra i dati più significativi anche la crescita dei percorsi internazionali: il 10,6% degli studenti ha svolto un periodo di studio all’estero, contro il 7,9% dell’anno precedente. Un incremento, seppur contenuto, che indica una mobilità internazionale ancora sotto la media europea, ma in linea con il progresso registrato a livello nazionale.

Aumentano anche gli studenti provenienti dai licei (59,8% contro il 56,6%), segnale di un rafforzamento del legame tra l’università e il sistema scolastico. Tuttavia, calano di quasi 10 punti percentuali i laureati in corso, scesi dal 71,2% al 61,9%, un dato in controtendenza rispetto alla media nazionale e regionale.

Lo stesso rettore Sergio Cavalieri commenta con soddisfazione l’andamento occupazionale e l’apertura internazionale dell’ateneo, parlando di “percorsi formativi di qualità che rispondono alle esigenze del mondo del lavoro”. Cavalieri sottolinea anche l’importanza di promuovere una didattica innovativa e orientata al futuro.

In lieve aumento anche il numero di studenti che, dopo la triennale, sceglie di proseguire con un corso magistrale (60,6% rispetto al precedente 59,1%). Chi non prosegue, trova lavoro con maggiore facilità e riconosce più spesso il titolo universitario come “efficace o molto efficace” per l’ingresso nel mondo del lavoro.

Settori lavorativi post-laurea

L’indagine AlmaLaurea fornisce anche un’analisi sulla distribuzione occupazionale:

  • Crescono gli impieghi nel settore pubblico (21,9% contro il 14,4% del 2022)

  • Diminuiscono quelli nel settore privato (73,2% contro 80,3%)

  • Leggero calo anche nel no-profit (4,8% rispetto al 5,2%)

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