Risonanze culturali: i Bagheter bergamaschi incantano la Polonia

I Bagheter bergamaschi precursori dell'Europa dell'Ovest nel rinomato festival internazionale dell'Est di cornamuse e zampogne

In un’atmosfera vibrante di dialogo interculturale e scambio artistico, i Bagheter bergamaschi si sono distinti come protagonisti indiscussi durante  l’incontro internazionale in Polonia. Una significativa presenza che ha dato lustro alla ventiquattresima edizione di “Do szopy, Hej Pasterze-Dudziarze”, un evento di grande prestigio che celebra cantori e zampognari, appuntamento annuale fisso nella pittoresca area di Polajewo, un comune rurale nel distretto polacco di Czarnków e Trzcianka. La delegazione, rappresentata da un quartetto d’eccezione – Paolo Colombo, Lorenzo Paganelli, Monica Bonandrini e il giovane Alberto Baccanelli – ha portato in scena la ricca tradizione del Baghèt, rendendo omaggio a Giacomo Ruggeri Fagòt, ultimo virtuoso del baghèt dell’arco alpino.

Bagheter e zampognari d’Europa

Il festival ha visto la partecipazione di numerosi ensemble provenienti da diverse nazioni, tra cui Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia. Tuttavia, l’arrivo del gruppo bergamasco ha rappresentato una novità assoluta per la scena dell’Europa dell’Est, segnando la prima partecipazione di un ensemble di baghèt dell’Europa dell’Ovest a questo storico festival.

La cornamusa e la zampogna, strumenti centrali nella tradizione polacca, trovano le loro radici nella ricca storia culturale del paese, con il Museo degli Strumenti Musicali di Poznan che ne custodisce il patrimonio. Inoltre, un dipinto del 1572, “L’Adorazione dei pastori” di Mateusz Kossior, testimonia l’antica connessione tra questi strumenti musicali e la cultura popolare, raffigurando pastori che suonano accanto alla mangiatoia della Natività.

L’Associazione Il Baghet

Paolo Colombo, membro dell’associazione Il Baghet, ha condiviso entusiasticamente le sue impressioni sulla partecipazione della delegazione orobica: “Questa esperienza internazionale è nata da un contatto social ottenuto dal baghéter Luciano Carminati con Janusz Jaskulski, ispiratore del festival. Abbiamo partecipato attivamente ad una dozzina di concerti ed elevazioni musicali nell’arco di tre giorni, prendendo parte assieme ad altri gruppi non solo a messe (la principale celebrata dal Vescovo Grzegorz Balcerek) ed elevazioni musicali, ma anche ad una serata live nella Distilleria 505 nei pressi di Polajewo e al concerto finale tenutosi nella Casa della Cultura locale. L’organizzazione dell’evento è stata ottima, con un’accoglienza calorosa, interessata e aperta alla conoscenza di realtà provenienti da altre parti del mondo. L’organizzazione ha coinvolto anche i ragazzi, con lezioni didattiche per i bambini delle scuole. L’esperienza è stata completamente finanziata dall’organizzazione polacca, che ha coperto tutte le spese. Abbiamo stabilito contatti e legami che potrebbero portare ad ulteriori, future collaborazioni”.

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