Nei primi raggi dell’alba del 13 marzo 2024, un’incisiva operazione condotta dai Carabinieri della Compagnia di Treviglio ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di otto individui, accusati di sfruttamento della prostituzione, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. L’indagine, originata da una denuncia per costrizione alla prostituzione, ha disvelato un intrico criminale che operava nel territorio bergamasco, coinvolgendo cittadini di diverse nazionalità.
Un’indagine approfondita rivela l’orrore
La tenacia investigativa dei Carabinieri di Zingonia, stimolata da una querela di una giovane costretta a vendere il proprio corpo sotto minaccia, ha permesso di svelare l’esistenza di una rete criminale specializzata nel reclutamento di donne da sfruttare sessualmente. Queste, originarie di vari paesi, venivano obbligate a esercitare lungo le principali vie di comunicazione di comuni come Boltiere, Osio Sopra, e Bergamo, con l’aggravante di dover distribuire droga ai clienti.
Un giro di denaro e droga sotto la lente
La rete non solo costringeva le donne a prostituirsi e a spacciare, ma imponeva anche il pagamento di tariffe settimanali per i luoghi di lavoro occupati sulle strade. Durante le indagini, un arresto in flagrante per spaccio ha portato al sequestro di 34 grammi di cocaina, gettando luce sulla gravità del traffico gestito dall’organizzazione. Ulteriori indagini hanno consentito il sequestro di 44mila euro in contanti, ritenuti proventi dell’illecito, e numerosi cellulari usati per orchestrare le attività criminali.
Conseguenze e riflessioni
L’operazione di marzo segna un importante passo avanti nella lotta contro le reti di sfruttamento e spaccio, evidenziando la complessità e la radicazione di questi fenomeni nel tessuto sociale. Le autorità continuano a lavorare per smantellare queste organizzazioni e offrire protezione e supporto alle vittime di tali efferate pratiche.