La Bergamasca, nota per le sue produzioni agricole di qualità, si trova di fronte a una sfida significativa dovuta all’incremento delle importazioni di grano tenero, in particolare da Paesi dell’Est Europa come Ucraina e Russia. Questa tendenza ha registrato un salto impressionante, con un aumento del 40% delle importazioni in Italia rispetto al 2022, situazione che preoccupa fortemente i produttori locali per il conseguente calo dei prezzi all’origine del cereale.
La sfida del grano tenero
La scelta di diversi agricoltori bergamaschi di puntare sulla coltivazione del grano tenero, favorita anche dalle condizioni climatiche che hanno ridotto la disponibilità di acqua, rischia ora di trasformarsi in un boomerang economico. La crescente diffusione di questo tipo di coltura, che l’anno scorso ha visto l’espansione delle superfici dedicate fino a 4.859 ettari, si scontra con le logiche e le leggi di un mercato sempre più influenzato dalle dinamiche internazionali.
La preoccupazione dei coltivatori
Le organizzazioni agricole del territorio, Coldiretti Bergamo e Confagricoltura Bergamo, esprimono forte preoccupazione per la redditività delle aziende locali, messe a rischio da un mercato instabile e da una concorrenza che sembra in grado di minare le fondamenta stesse del settore primario regionale e nazionale. “A fronte dell’aumento esponenziale dei costi di produzione, gli agricoltori non possono assorbire anche una remunerazione in ribasso per la loro produzione”, sottolinea Gabriele Borella, presidente di Coldiretti Bergamo, evidenziando la necessità di regole precise per tutelare le filiere italiane.
I rischi della concorrenza sul grano
Anche Renato Giavazzi, presidente di Confagricoltura Bergamo, pone l’accento sul rischio concreto che le aziende locali stanno affrontando, sollecitando interventi rapidi ed efficaci a livello governativo e dell’Unione Europea. La pressione sui prezzi, aggravata dalle aspettative di grandi raccolti in Sud America e dai prezzi competitivi praticati dall’Ucraina, porta a una situazione di incertezza per molti imprenditori agricoli, che si trovano a dover considerare nuove strategie per il futuro delle loro attività.
Sempre più Ucraina nella guerra del grano
La concorrenza dei cereali ucraini, in particolare, è percepita come una minaccia diretta alla sostenibilità delle imprese agricole locali, costringendo alcuni a ripensare il proprio modello di business in risposta a un mercato che sembra sempre più dominato da dinamiche di importazione che favoriscono prodotti di scarsa qualità e a basso costo. Questa “invasione” di grano tenero dall’Est Europa rappresenta non solo una distorsione del mercato ma anche una sfida alla capacità delle aziende italiane di competere su un piano di parità, mettendo in luce la necessità di una riflessione approfondita sul futuro del settore agricolo in Italia e in Europa.