Una vita dedicata al pane: ricordando Ambrogio Barlocco
Il quartiere di Valtesse piange la scomparsa di un suo iconico membro, Ambrogio Barlocco, venuto a mancare mercoledì 17 aprile all’età di 85 anni. Per oltre mezzo secolo, Ambrogio ha sfornato pane di qualità nella sua panetteria situata in via Ruggeri da Stabello, divenendo un punto di riferimento per la comunità locale.
Barlocco, il pane di Valtesse
Ambrogio lascia dietro di sé un’eredità di dedizione e amore per il proprio mestiere, insieme alla moglie Santina, con cui ha condiviso 58 anni di matrimonio, i figli Elena e Pietro, e le nipoti Silvia e Michela. La sua storia è quella di un uomo che ha trasformato una passione nata nell’infanzia in una vita di impegno e servizio.
La storia del panettiere
La panetteria di Ambrogio aprì i battenti nel 1966, dopo che lui e Santina, ispirati dal sogno comune di gestire un’attività propria, scoprirono un piccolo stabile in vendita a Valtesse grazie a dei parenti valdimagnini. Da quelle umili origini, il negozio crebbe fino a diventare un’istituzione amata nel quartiere, espandendosi significativamente circa venticinque anni fa.
Ambrogio iniziò a fare il pane all’età di otto anni nel suo paese natale in provincia di Milano, e questa passione lo accompagnò per tutta la vita. Elena, sua figlia, ricorda con affetto le giornate trascorse a giocare con i sacchi di farina nella panetteria, e le lezioni di vita impartite dal padre, un uomo di poche parole ma grande espressione attraverso il suo lavoro.
La parabola della panetteria Barlocco
Nonostante la panetteria abbia chiuso definitivamente i battenti a dicembre 2019, cedendo il posto a un caffè-pasticceria, il ricordo di Ambrogio e del suo pane rimarrà vivo. “Le parole le lasciava al suo pane, che ha sempre curato tanto”, dice Elena, ricordando come il padre sostenesse che “il segreto era nella farina: è questo che rende il pane buono”. Oggi, mentre il quartiere si ferma idealmente per ricordare Ambrogio, è evidente quanto il suo contributo abbia toccato le vite di molti, lasciando un’impronta indelebile sulla comunità di Valtesse.