False mail con atti giudiziari per estorcere denaro: sgominata banda a Bergamo

12 soggetti accusati di estorsione tramite false accuse di pedopornografia, con profitti illeciti per oltre 117mila euro

polizia postale

Un’operazione condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Lombardia ha portato allo smantellamento di una banda che operava a Bergamo, dedita all’estorsione tramite false email giudiziarie. La banda, composta da 12 individui, è riuscita a estorcere oltre 117mila euro a una vittima residente in Cina.

Il modus operandi della truffa era particolarmente subdolo e ben orchestrato. Le email inviate sembravano provenire dall’autorità giudiziaria e contenevano accuse di reati di pedopornografia online. Per evitare un presunto processo penale, la vittima veniva indotta a pagare somme di denaro come “multa”. In uno dei casi più eclatanti, un cittadino italiano residente in Cina ha pagato 117.500 euro, preoccupato per le gravi conseguenze che un’accusa del genere avrebbe potuto avere sulla sua reputazione.

La dinamica dell’inganno

La truffa ha avuto inizio quando la vittima ha ricevuto una falsa email con il logo della Polizia Postale e la firma di un funzionario di polizia in pensione. Il cittadino, convinto dell’autenticità della comunicazione, ha inizialmente pagato una multa di 7.800 euro. Tuttavia, ulteriori email minatorie sono seguite, richiedendo ulteriori pagamenti in nome di una fantomatica “Corte d’Appello”.

Dopo mesi di ricatti e minacce, la vittima ha finalmente compreso di essere stata ingannata e ha sporto querela presso la Polizia Postale di Milano.

Le indagini e l’operazione “Polo Est”

L’operazione, denominata “Polo Est”, ha seguito tre direttrici principali per smascherare i criminali:

  1. Ricostruzione delle transazioni finanziarie tra la vittima e gli estorsori, e successivamente tra questi ultimi e i “money mule” incaricati di riciclare i proventi illeciti.
  2. Analisi delle tracce telematiche lasciate dai cybercriminali sulla rete.
  3. Operazioni di polizia giudiziaria tradizionali che hanno permesso di individuare i luoghi di residenza e operazione degli indagati a Bergamo.

Le perquisizioni effettuate nei confronti dei 12 soggetti coinvolti (un cittadino italiano, un senegalese e dieci nigeriani, di età compresa tra i 25 e i 54 anni) hanno portato al sequestro di documentazione e dispositivi informatici contenenti prove delle attività illecite.

Il ruolo delle autorità e la sicurezza informatica

La Polizia di Stato ha ribadito l’importanza di essere cauti e vigilanti riguardo alle comunicazioni elettroniche. Nessuna autorità giudiziaria invia notifiche di atti giudiziari o amministrativi tramite email o comunicazioni telefoniche, specialmente utilizzando tecniche di spoofing per mascherare l’identità del mittente.

Eventuali email con loghi araldici della Polizia di Stato o di altre autorità devono essere considerate false e segnalate alle autorità competenti. È fondamentale non cedere a richieste di pagamento e contattare immediatamente la polizia in caso di sospetto.

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