Dopo oltre una settimana dalla scomparsa di Claudio Togni, operaio di 59 anni di Paladina, le ricerche sono diventate più intense con le prime immersioni dei sommozzatori nel fiume Adda. Togni è stato inghiottito dalle acque venerdì scorso mentre lavorava alla centrale elettrica Italgen di Vaprio, presso la diga di Concesa a Trezzo sull’Adda, sulla sponda milanese del fiume.
Ostacoli dall’Adda nelle prime giornate
Il maltempo e la corrente troppo forte del fiume avevano inizialmente impedito ai sommozzatori di immergersi, costringendoli a limitare le ricerche alla riva. Nei giorni precedenti, i tecnici avevano lavorato per contenere la potenza della corrente, deviando l’acqua nei canali e facendola uscire dagli sbarramenti per ridurne la quantità. Questo sforzo ha permesso finalmente ai sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Milano di entrare in acqua.
Ricerche intense ma senza esito
Nonostante questi sforzi, le ricerche iniziali non hanno portato risultati. Per ragioni di sicurezza, i sommozzatori sono rimasti in prossimità delle rive, senza potersi spingere nel centro del letto del fiume, dove si ritiene ci possano essere maggiori possibilità di trovare tracce del 59enne. Anche le ispezioni effettuate sulle sponde dal nucleo Saf di Milano e dai sommozzatori volontari di Treviglio non hanno avuto esito positivo.
Svolta nelle ricerche
Con il miglioramento delle condizioni meteo e il lavoro di contenimento della corrente, le ricerche sono riprese con maggiore intensità sabato 6 luglio. Le squadre di sommozzatori sperano che queste nuove immersioni possano finalmente portare a un aggiornamento significativo nella ricerca di Claudio Togni.
La comunità rimane in attesa di notizie, sperando in un esito positivo delle ricerche, mentre le squadre continuano a lavorare instancabilmente per risolvere questo tragico incidente.