Allarme nutrie in pianura: danni agli agricoltori e sforzi per il contenimento

Nutrie in proliferazione continua nei campi e lungo gli argini della Bassa Bergamasca: a un coltivatore diretto mangiati 4 ettari di granturco

Le nutrie: un pericolo per l’agricoltura

Nella pianura bergamasca è tornato l’allarme nutrie, un problema che sta mettendo in seria difficoltà gli agricoltori della zona. Questi roditori, che si nutrono principalmente di mais, ma anche di altre coltivazioni come erba medica e sorgo, stanno causando danni significativi alle colture. Prima rosicchiano la base delle piante, facendole piegare a terra, e poi si cibano delle pannocchie o di altre parti della pianta. Un esempio emblematico è quello di Carlo Resmini, dell’azienda agricola “Resmini” di Caravaggio, che ha visto fra i tre e i quattro ettari di mais distrutti. Le difficoltà non si limitano al raccolto; Ermes Annovazzi, agricoltore di Fornovo, ha anche rischiato di ribaltarsi con il suo trattore a causa delle buche scavate dalle nutrie lungo gli argini dei canali irrigui.

Le condizioni ambientali e la diffusione delle nutrie

Le condizioni ambientali degli ultimi mesi, caratterizzate da abbondanti precipitazioni, hanno favorito il proliferare delle nutrie nella regione. Questi roditori sono ormai classificati come specie infestante e invasiva, e la loro presenza si è espansa notevolmente, aggravando una situazione già critica per gli agricoltori. Le nutrie scavano buche profonde lungo gli argini dei canali irrigui dove vivono, causando problemi idrogeologici che possono provocare cedimenti del terreno, come accaduto recentemente a Ermes Annovazzi.

Il Piano Regionale per il contenimento

In risposta a questa emergenza, la Regione Lombardia ha introdotto un Piano triennale (2024-2026) per l’eradicazione, il controllo e il contenimento delle nutrie, stanziando 1,2 milioni di euro. Questo piano prevede che le risorse vengano distribuite tra le province, che in collaborazione con i comuni attuano le azioni necessarie per l’abbattimento dei roditori. Tuttavia, il presidente di Coldiretti Bergamo, Gabriele Borella, sottolinea che il piano non sta dando i risultati sperati, soprattutto a causa del numero limitato di operatori faunistici autorizzati, che non riescono a tenere il passo con il rapido tasso di riproduzione delle nutrie.

Le operazioni di contenimento

Le operazioni di contenimento, che includono la cattura con gabbie e la soppressione o l’uccisione con armi da fuoco, sono svolte principalmente da agenti della polizia provinciale o locale e da operatori faunistici autorizzati. Giovanni Villa, uno degli operatori faunistici attivi a Caravaggio, ha ucciso oltre 100 nutrie tra giugno e agosto, portando poi i corpi alla cella frigorifera della piazzola ecologica di Caravaggio per lo smaltimento. Tuttavia, Villa sottolinea che questo è stato possibile solo perché aveva tempo a disposizione, e che in genere i numeri sono molto più bassi a causa della difficoltà e dell’impegno richiesto da questa attività.

La richiesta di Coldiretti

Coldiretti Bergamo ha lanciato un appello affinché le nutrie vengano qualificate come specie cacciabile, permettendo un intervento più ampio e incisivo. Attualmente, le nutrie possono essere cacciate solo in modo selettivo, il che limita l’efficacia delle azioni di contenimento. Borella sottolinea inoltre che gli agricoltori non hanno diritto a risarcimenti per i danni subiti a causa della classificazione attuale delle nutrie come specie infestante. Per questo motivo, Borella e altri rappresentanti del settore chiedono un intervento legislativo che possa migliorare la gestione e il controllo di questa problematica crescente.

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