Lara Magoni, eurodeputata di Fratelli d’Italia, ha recentemente espresso forti critiche nei confronti di un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus+. Il progetto in questione, denominato “DragTivism Jr”, ha suscitato particolare scalpore per il suo obiettivo di insegnare a giovani studenti delle scuole superiori, di età compresa tra i 14 e i 17 anni, l'”arte” del drag queen.
Il progetto DragTivism Jr
“DragTivism Jr” è un workshop che si svolge a Girona, in Spagna, e fa parte di una serie di iniziative a tema LGBTQ finanziate dall’Unione Europea. Il progetto prevede la creazione di un campus estivo dove i partecipanti hanno l’opportunità di esplorare il concetto di genere attraverso l’arte del drag, offrendo un approccio innovativo e inclusivo. L’Unione Europea ha stanziato 35.000 euro per questo workshop, che si inserisce in un contesto più ampio di politiche LGBTQ, per le quali sono stati spesi complessivamente 2,5 milioni di euro.
Le critiche di Lara Magoni
Magoni ha manifestato la sua disapprovazione su vari canali, incluso un post sulla sua pagina Facebook, dove ha definito “DragTivism Jr” come una delle “follie” del programma Erasmus+. L’eurodeputata ha sottolineato che il programma Erasmus+ dovrebbe “focalizzarsi sugli scambi linguistici e culturali, piuttosto che su progetti che”, a suo dire, “promuovono l’attivismo LGBTQ”. Magoni ha inoltre espresso preoccupazione riguardo “all’impiego di fondi pubblici per iniziative che”, secondo lei, “non rientrano nell’obiettivo originale del programma Erasmus+”.
Una “follia” per l’Unione Europea?
Magoni ha dichiarato: “Per me è una follia. Perché gettare il denaro pubblico per il progetto per diventare drag queen? Mi sembra che all’Unione Europea sia sfuggita di mano la realtà delle cose”. Secondo l’eurodeputata, l’Erasmus+ è nato con l’intento di facilitare gli scambi linguistici e culturali tra studenti, e non per formare attivisti LGBTQ o insegnare pratiche che, a suo avviso, non si allineano con il contesto educativo tradizionale.
La risposta della politica
La polemica sollevata da Lara Magoni si inserisce in un dibattito più ampio sull’uso dei fondi europei e sugli obiettivi dei programmi come Erasmus+. La discussione riguarda non solo l’allocazione delle risorse, ma anche la direzione che l’Unione Europea sta prendendo in termini di inclusività e diversità. Mentre per alcuni progetti come “DragTivism Jr” rappresentano un passo avanti verso un’Europa più aperta e inclusiva, per altri, come Magoni, simili iniziative sono viste come un allontanamento dagli obiettivi originali e come un uso inappropriato dei fondi pubblici.
Questo dibattito evidenzia le divergenze all’interno della politica europea riguardo a tematiche sociali e culturali, e continuerà probabilmente a essere al centro dell’attenzione nei mesi a venire.