La notte del 29 agosto, i Carabinieri di Bergamo hanno arrestato Moussa Sangare, un 31enne originario di Milano e residente a Suisio, con l’accusa di essere il responsabile dell’omicidio di Sharon Verzeni, una giovane barista di 33 anni. L’uomo, di origini africane, è stato identificato grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza che lo mostrano allontanarsi in bicicletta dalla scena del crimine.
Sangare, che viveva da solo dopo essere stato denunciato per maltrattamenti nei confronti di sua madre e sua sorella, ha confessato l’omicidio, sostenendo di aver agito in preda a un raptus improvviso, senza un motivo apparente. Le autorità hanno spiegato che non esistono collegamenti tra il delitto e tentativi di aggressione sessuale, moventi religiosi, rapine o questioni legate alla droga. Il fermo è stato disposto anche per il rischio di fuga e di occultamento delle prove, oltre che per evitare la reiterazione del reato.
I Carabinieri hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza contro Sangare, il quale non conosceva la vittima e non avrebbe avuto un motivo preciso per compiere l’omicidio. Le indagini hanno escluso qualsiasi legame tra il delitto e situazioni preesistenti, come presunti versamenti della vittima a Scientology o altre ipotesi circolate inizialmente. L’uomo è stato rintracciato e fermato a Chignolo d’Isola, un piccolo comune a pochi chilometri dal luogo dell’omicidio