Riforma del Codice della Strada: a rischio le corsie ciclabili leggere

La proposta di modifica al Codice della Strada potrebbe eliminare le corsie ciclabili leggere, mettendo a rischio 28,6 km di piste ciclabili già presenti. Le associazioni chiedono al governo di rivedere la norma

Le corsie ciclabili leggere, note come “bike lane”, introdotte nel 2021 per migliorare la sicurezza dei ciclisti sulle strade urbane, potrebbero essere cancellate con la riforma del Codice della Strada attualmente in discussione al Senato. A Bergamo, queste corsie coprono 28,64 km, pari a un terzo della rete ciclabile del capoluogo, e sono considerate una soluzione efficace per proteggere i ciclisti lungo le carreggiate. Tuttavia, l’articolo 8 della nuova proposta di legge prevede l’eliminazione della tracciatura bianca continua o discontinua che delimita queste corsie, potenzialmente mettendo fine a questo sistema di protezione.

L’eliminazione delle corsie ciclabili leggere è un’ipotesi che ha già sollevato numerose polemiche, con 16 associazioni che hanno presentato una petizione per chiedere al governo di ripensarci. Tra queste, anche l’Aribi, associazione per il rilancio della bicicletta, ha espresso forte preoccupazione. Secondo la presidente Claudia Ratti, non ci sono dati che dimostrino un aumento di incidenti dovuti alle corsie ciclabili, che anzi hanno insegnato agli automobilisti a rispettare maggiormente i ciclisti. La cancellazione di queste corsie sarebbe quindi un “passo indietro vergognoso”, soprattutto se confrontato con la situazione europea, dove molti Paesi hanno adottato misure simili senza retromarce.

Secondo l’ex assessore alla Mobilità, Stefano Zenoni, le corsie ciclabili leggere rappresentano uno strumento importanteintrodotto in Italia con decenni di ritardo rispetto ad altri Paesi. Zenoni sottolinea che, sebbene il governo all’epoca le avesse descritte come una soluzione temporanea, si è dimostrato che queste corsie non peggiorano la sicurezza stradale. Eliminare queste infrastrutture significherebbe ignorare i progressi fatti in termini di sensibilizzazione e protezione dei ciclisti.

La riforma proposta non solo eliminerebbe le corsie ciclabili leggere, ma limiterebbe anche l’autonomia dei Comuni. Il nuovo Codice prevede infatti che le caratteristiche delle corsie ciclabili vengano stabilite dal Ministero dei Trasporti attraverso un regolamento vincolante per gli enti locali, privando i Comuni della flessibilità di adattare le soluzioni alle specifiche esigenze del territorio.

Nonostante la controversia, il Comune di Bergamo ha già pianificato l’espansione della propria rete ciclabile. L’assessore alla Mobilità, Marco Berlanda, ha confermato che nuove corsie ciclabili sono in fase di progettazione. Tuttavia, se la riforma dovesse passare, il Comune potrebbe essere costretto a rivedere i propri piani. Berlanda ha inoltre sottolineato che, pur non essendoci prove di un miglioramento significativo della sicurezza stradale, i dati non mostrano un aumento degli incidenti gravi associati all’uso delle corsie ciclabili.

Infine, la posizione di Aribi e di altre associazioni ciclistiche è chiara: mantenere e potenziare le corsie ciclabili leggere sarebbe il modo migliore per promuovere una mobilità sostenibile e sicura. La cancellazione di queste corsie, insieme alla riduzione dell’autonomia dei Comuni, rischierebbe di bloccare un importante passo avanti verso città più sostenibili e sicure per tutti.

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