Una recente mappatura di Confcommercio Bergamo ha evidenziato una forte dicotomia tra le aree commerciali vivaci della provincia, trainate dal turismo, e le zone in crisi, soprattutto in pianura e nell’Isola bergamasca. La ricerca, che si basa su dati Istat e della Camera di commercio del primo semestre 2024, ha valutato i territori in base all’indice di vivibilità (esercizi commerciali ogni mille abitanti), indice di vivacità (pubblici esercizi come bar e ristoranti) e indice di prossimità (negozi alimentari ogni mille abitanti).
Le città mantengono vivacità commerciale, trainate dal turismo
Le città principali della provincia, in particolare Bergamo e Treviglio, mantengono una forte attrattiva commerciale. Bergamo conta 33,7 negozi per mille abitanti, doppio rispetto agli altri centri, con un ruolo importante per studenti, lavoratori e consumatori da altre aree. Treviglio segue, con una concentrazione di esercizi sopra la media. Il comune di Seriate (14,7 attività per mille abitanti) mostra, invece, una densità inferiore, probabilmente a causa della vicinanza a Bergamo. Tra i grandi comuni, si distingue Romano di Lombardia, con 16,7 esercizi ogni mille abitanti, mentre Caravaggio conta 16,1 negozi per 16.338 residenti.
Val di Scalve: un caso unico per vivacità dei locali
Nonostante la bassa densità abitativa, la Val di Scalve si conferma un punto di riferimento per la socialità, con un sorprendente indice di vivacità: 12,3 locali per mille abitanti e 49 esercizi per 3.999 residenti. Anche il distretto “Fontium et mercatorum”, che include la Val Brembana e l’Altopiano di Selvino, si distingue con 10 locali per mille abitanti. Tra le località turistiche, il Lake & Hills Alto Sebino (Lovere, Sovere, Castro e Pianico) mostra un indice elevato di 8,9 locali per mille abitanti, mentre l’alta Val Seriana raggiunge i 7,1 locali, grazie a centri come Clusone.
Turismo e commercio in montagna e nelle valli
La Val Brembana e la Val Seriana sono tra le aree più dinamiche della provincia grazie al turismo. Il distretto “Fontium et mercatorum”, con capofila San Pellegrino Terme e includendo paesi come Bracca, Branzi, Cornalba e Selvino, ha un indice di prossimità di 3,7 alimentari per mille abitanti. Anche la Val di Scalve mostra una resistenza significativa: qui si contano 5 negozi alimentari ogni mille abitanti, supportati dalla fedeltà dei residenti al commercio tradizionale e dall’afflusso turistico. Altri centri come Zogno e Sedrina registrano buone performance con 3,8 alimentari per mille abitanti.
Pianura e Isola bergamasca: difficoltà e rischio desertificazione
Nell’Isola bergamasca, il commercio soffre in modo particolare. L’area comprende comuni come Sotto il Monte, Calusco, e il distretto “Ville e Torri dell’Isola” (Ponte San Pietro, Brembate Sopra e Terno d’Isola), dove la grande distribuzione organizzata esercita una forte pressione sul commercio locale. In tutta questa zona il rischio di desertificazione dei negozi alimentari è elevato, con un indice di prossimità molto basso, in alcuni comuni fermo a 1,4 negozi per mille abitanti. Anche la vasta area pedemontana dei “Colli del Brembo” (da Curno fino ad Almè) risente della carenza di punti vendita di prossimità.
Pianura in difficoltà tra Lexena e Borghi della Bassa
Le aree di Lexena e del distretto “Borghi e tradizioni della Bassa” comprendono numerosi piccoli centri come Cividate al Piano, Palosco, Martinengo e Mornico al Serio. Qui, la scarsità di negozi e locali contribuisce alla diminuzione dell’indice di vivibilità e alla perdita del ruolo sociale e aggregativo di bar e ristoranti. Anche il distretto “Castelli e Fontanili della Bassa”, con comuni come Bariano, Castel Rozzone, Mozzanica e Urgnano, riflette un quadro critico per i piccoli esercizi, che fanno fatica a resistere in un territorio sempre più attratto dai centri commerciali.
L’importanza del commercio per la qualità della vita locale
Confcommercio Bergamo lancia un campanello d’allarme per il futuro di queste aree: la desertificazione commerciale rappresenta una perdita non solo per i residenti, privati di servizi essenziali, ma anche per il tessuto sociale, che si impoverisce senza spazi di aggregazione. La sostenibilità del commercio locale diventa un obiettivo da perseguire, soprattutto nelle zone in difficoltà, dove il supporto al commercio di prossimità potrebbe arginare una crisi che comprometterebbe il benessere delle comunità.