Nel contesto dei lavori in corso sul sistema ferroviario di Bergamo, ritorna una proposta che potrebbe migliorare la mobilità urbana: l’introduzione di una fermata del treno in prossimità della Fiera di Bergamo. L’idea, avanzata da un cittadino tramite una lettera alla redazione di PrimaBergamo, punta a ottimizzare i collegamenti ferroviari e a snellire il traffico cittadino.
Un punto strategico tra Brescia e l’aeroporto
Secondo il proponente, il luogo ideale per questa fermata sarebbe il punto in cui le linee ferroviarie si biforcano verso Seriate-Brescia e verso l’aeroporto di Orio al Serio, tra i quartieri di Boccaleone e Celadina. «Questo punto rappresenta un baricentro strategico, con un buon potenziale di utenza», afferma il cittadino.
L’ipotesi mira anche a semplificare gli spostamenti per i viaggiatori provenienti da Brescia, che potrebbero scendere alla fermata della Fiera e raggiungere direttamente l’aeroporto, evitando il passaggio obbligato dalla stazione centrale di Bergamo.
Benefici concreti per il traffico e i trasporti integrati
La proposta sottolinea diversi vantaggi pratici: la nuova fermata contribuirebbe a ridurre il numero di automobili in circolazione, diminuendo così la pressione veicolare sulle arterie di scorrimento interne al perimetro urbano. «Bergamo è costantemente sotto l’assedio del traffico. Una fermata alla Fiera potrebbe incentivare l’uso dei mezzi pubblici, migliorando la qualità della vita urbana», si legge nella lettera.
Inoltre, il cittadino evidenzia l’importanza di una integrazione tariffaria tra treno, autobus e tram. Un viaggiatore, per esempio, potrebbe partire dalla fermata Fiera e raggiungere Città Alta con un unico biglietto, utilizzando il sistema Teb. Lo stesso discorso vale per chi decidesse di spostarsi dalla Fiera verso altre destinazioni, utilizzando un mix di trasporti pubblici senza dover acquistare più biglietti.
Un sogno o una possibilità reale?
«Utopia? Forse», ammette l’autore della proposta, «ma la situazione attuale, caratterizzata da un traffico caotico, merita riflessioni più profonde». La lettera si conclude con un invito a considerare seriamente l’idea, soprattutto in vista dei disagi che accompagneranno i lavori infrastrutturali fino al 2026, e a trasformare questa proposta in un progetto concreto per il futuro della mobilità bergamasca.