Un incubo lungo undici anni si è concluso con l’arresto di un 53enne nella Bassa bergamasca orientale. L’uomo, accusato di gravi violenze domestiche, è stato posto in custodia cautelare dai carabinieri di Martinengo, su disposizione del Gip del Tribunale di Bergamo. Le prime aggressioni risalgono al 2013, anno in cui la vittima aveva iniziato una convivenza con l’aggressore.
Violenze davanti ai figli e minacce di morte
L’uomo non si era mai curato della presenza dei figli della donna, avuti da un precedente matrimonio, né di quella della figlia nata dalla loro relazione nel 2014. Le liti, spesso scatenate da incomprensioni sull’educazione dei figli, sfociavano in violenze fisiche e verbali. I figli venivano anche minacciati di morte, con episodi che includevano scritte inquietanti come “Vi ammazzo tutti” tracciate sullo specchio del bagno.
Un controllo costante sulla vittima
L’uomo esercitava un controllo oppressivo sulla compagna, sottraendole spesso il telefono e monitorando ogni suo movimento. Tra gli episodi più gravi, un’aggressione avvenuta in ospedale durante una visita medica: davanti alla figlia, l’uomo aveva colpito la compagna con calci e pugni al volto, attirando l’attenzione del personale sanitario che lo aveva allontanato.
La denuncia e l’arresto
Negli ultimi tempi, la donna aveva iniziato a prendere coscienza della pericolosità della situazione e delle conseguenze per sé e per i suoi figli. Anche la bambina, ormai in grado di comprendere la gravità degli eventi, aveva iniziato a confidarsi con i parenti. Questa crescente consapevolezza ha spinto la vittima a denunciare le violenze.
Grazie alle indagini condotte dalla Procura della Repubblica, il giudice ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 53enne. La donna, insieme ai figli, è ora al sicuro in una struttura protetta.