L’emergenza sanitaria in Bergamasca, così come in molte altre regioni italiane, è legata alla carenza di personale e alla mancanza di investimenti nelle strutture pubbliche. Il corteo che si terrà a Bergamo, con partenza da piazza Pontida, sarà una manifestazione forte di un settore che, da troppo tempo, soffre le conseguenze di un finanziamento insufficiente.
Una sanità pubblica sotto stress
Oltre 9.000 lavoratori del comparto sanitario in provincia di Bergamo, distribuiti tra ASST Papa Giovanni XIII, ASST Bergamo Est, ASST Bergamo Ovest e ATS, sono quotidianamente impegnati a far fronte a un sistema al collasso. Secondo Andrea Bettinelli, rappresentante della Fp-Cgil, la crisi del settore è evidente nei numeri: solo nell’ASST Bergamo Ovest, da dicembre 2022 a dicembre 2023, sono spariti 23 infermieri, un dato che rispecchia una carenza generalizzata di personale.
Le difficoltà non si fermano alla mancanza di risorse umane. Le strutture ospedaliere sono sovraccariche e non sono stati fatti investimenti in reparti cruciali, come neurochirurgia e sale operatorie. Il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, infatti, è stato costretto a centralizzare alcuni servizi, come il trauma maggiore-adulti e il percorso Stroke, creando congestionamenti che mettono sotto pressione l’intero sistema sanitario.
La denuncia delle carenze nel territorio
Un altro punto critico riguarda l’ospedale di comunità di Calcinate, dove, nonostante l’apertura di nuovi servizi, non è previsto alcun incremento di personale. La situazione si aggrava ulteriormente nella terapia intensiva neonatale di Seriate, dove la carenza di personale obbliga i lavoratori a fare turni di 12 ore consecutive. Inoltre, la riorganizzazione dei servizi sanitari non ha dato risposte adeguate alle esigenze del territorio, con la manutenzione delle strutture che non ha seguito il passo con l’aumento delle richieste di cura.
La protesta per un rinnovo contrattuale dignitoso
Le difficoltà del personale sanitario sono anche legate al calo delle retribuzioni reali e alle condizioni di lavoro sempre più difficili. Nonostante le procedure di reclutamento, molte posizioni restano vacanti, anche per la perdita di attrattività delle professioni sanitarie. Bettinelli sottolinea come l’adeguamento delle retribuzioni sia essenziale per garantire che i professionisti della sanità restino nel pubblico. La proposta di rinnovo contrattuale, infatti, offre aumenti irrisori rispetto all’inflazione, con un infermiere che potrebbe vedere un incremento di soli 64 euro lordi al mese, una cifra ben lontana da quella necessaria per garantire un lavoro dignitoso.
La protesta a Bergamo
Lo sciopero del 29 novembre avrà anche una forte componente simbolica, con il corteo che attraverserà le principali vie del centro di Bergamo. I lavoratori della sanità e i sindacati chiedono risposte concrete per fermare il continuo de-finanziamento della sanità pubblica, che in Italia nel 2025 raggiungerà un 6,05% del PIL, ben al di sotto della media europea. La manifestazione si concluderà di fronte alla Prefettura, con interventi finali che metteranno in evidenza le richieste di chi ogni giorno combatte per la salute dei cittadini.