Un passo avanti nella gestione del lupo per una convivenza sostenibile
Il Comitato permanente della Convenzione di Berna (un trattato multilaterale aperto in sede comunitaria dal 1979, “Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa”) ha approvato il declassamento dello stato di protezione del lupo, che passa da specie “assolutamente protetta” a “protetta”. Una decisione che ha suscitato reazioni significative tra i rappresentanti delle istituzioni lombarde, sottolineando la necessità di affrontare con urgenza la questione.
Lobati sul declassamento del lupo: “Problema non rimandabile”
Jonathan Lobati, consigliere regionale per Forza Italia, ha espresso la sua soddisfazione per un punto di partenza per le strategie su base locale nelle valli bergamasche: “Ora possiamo lavorare a proposte concrete per la risoluzione di un problema evidentemente non più rimandabile. Dobbiamo dare una risposta concreta e rapida ai territori di montagna, ad allevatori e agricoltori che stanno vivendo con grande apprensione questo momento”, ha dichiarato. Pur ribadendo l’importanza della tutela del lupo, Lobati ha evidenziato la necessità di salvaguardare chi opera quotidianamente per mantenere vive le aree montane.
Dalla Regione: “Agiamo subito sulla gestione del lupo”
Anche l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della Lombardia, Alessandro Beduschi, è intervenuto, sottolineando l’impegno della Regione per affrontare la situazione. “Sul tema della gestione del lupo, la Lombardia intende agire subito, proponendo un tavolo di confronto tra le Regioni interessate per definire una strategia comune”, ha affermato. Beduschi ha poi aggiunto che è sua intenzione contattare gli assessori delle altre Regioni per avviare il dialogo necessario. “È fondamentale superare approcci ideologici e affrontare con pragmatismo un problema che da troppo tempo penalizza gli allevatori dei nostri territori”, ha concluso.
La difficile convivenza con le attività umane
Questo cambiamento normativo apre nuove opportunità per gestire la convivenza tra fauna selvatica e attività umane. Come sottolineato da Beduschi, “il nuovo quadro normativo consente finalmente di attuare misure razionali, indispensabili per assicurare una coesistenza equilibrata tra attività umane e fauna selvatica, garantendo al contempo la sostenibilità ambientale e il futuro delle nostre comunità rurali”.
La decisione rappresenta un primo passo verso la creazione di soluzioni concrete, volte a bilanciare le esigenze di tutela della biodiversità con quelle delle comunità agricole e montane, spesso penalizzate da predazioni e rischi per il bestiame. Le istituzioni regionali sembrano pronte a lavorare in sinergia per garantire un equilibrio tra la protezione del lupo e la difesa delle attività umane nelle aree più sensibili.