Inflazione in salita: il pranzo di Natale a Bergamo costa il 5% in più rispetto a un anno fa

Dai rincari alimentari ai dati Istat: la città è tra le prime dieci in Italia per aumento del caro-prezzi

natale

La corsa dei prezzi non si arresta e anche a Bergamo l’inflazione continua a pesare sui bilanci delle famiglie. Secondo i dati diffusi dall’Istat e rielaborati dall’Unione Nazionale Consumatori, Bergamo è la decima città d’Italia per rincari su base annua: una famiglia media ha subito una ripercussione di 459 euro nel corso del 2023. In Lombardia, è la città più colpita, seguita da Como (363 euro) e Milano (343 euro).

Inflazione e consumi: l’impatto reale

A novembre, il tasso di inflazione annua si è attestato all’1,6%, in aumento rispetto all’1,1% di ottobre. Sebbene il ritmo dei rincari sia meno frenetico rispetto al periodo critico tra 2022 e 2023, i prezzi continuano a crescere. In particolare, gli aumenti più significativi riguardano: pacchetti vacanza +9,6% su base annua, assicurazioni  +7% e affitti: +4,5%. Se si osserva il costo della spesa alimentare, la situazione si fa ancora più evidente. Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, le famiglie bergamasche si trovano a dover affrontare un aumento medio del 5% sui prodotti tipici dei pranzi e cenoni di Natale e Capodanno.

La prova sul campo: i rincari sui prodotti alimentari

Una verifica diretta, realizzata confrontando i volantini della grande distribuzione tra dicembre 2023 e dicembre 2024, rivela che il rincaro è servito: lo stesso carrello che un anno fa costava 200 euro oggi ne richiede 210. Alcuni esempi evidenziano l’aumento dei costi: salmone affumicato, olio extravergine d’oliva, vitello tonnato, lasagne di gastronomia e tortellini alla carne. Tuttavia, non mancano eccezioni al rialzo: in calo si registrano alcuni vini bianchi di qualità media (-3%) e il prosciutto cotto in busta (-3,5%). Rimangono invece stabili i prezzi del pesce fresco, una nota positiva in un quadro complessivo preoccupante.

L’inflazione percepita e reale

L’inflazione percepita, quella che impatta realmente sui consumatori, spesso differisce dai dati statistici ufficiali. Le famiglie si trovano a fare i conti con un carrello della spesa che diventa progressivamente più costoso, soprattutto nei periodi di maggiore consumo come le festività. Questo fenomeno si verifica nonostante lievi oscillazioni dell’indice generale dei prezzi, che a novembre ha segnato un -0,2% su base mensile.

Il peso sui bilanci delle famiglie

In un periodo caratterizzato dall’arrivo delle tredicesime, i rincari alimentari rappresentano una voce di spesa significativa, soprattutto per chi deve affrontare i costi di pranzi e cenoni natalizi. L’aumento del 5% può sembrare contenuto, ma testimonia che l’inflazione non sta facendo marcia indietro e che il costo della vita continua a crescere.

 

 

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