Una brutale aggressione ha sconvolto la comunità di Seriate nella mattinata del 6 gennaio, quando una donna di 39 anni è stata accoltellata dal marito, un uomo di 48 anni già noto alle autorità per maltrattamenti in famiglia. Il fatto è avvenuto davanti a un supermercato, alla presenza di testimoni attoniti e spaventati, alcuni dei quali sono intervenuti coraggiosamente per fermare l’uomo.
Un passato di violenza e denunce
Il 48enne, di origini romene, era stato precedentemente denunciato dalla moglie per maltrattamenti domestici. Fino al 1° ottobre 2024, l’uomo era sottoposto al divieto di avvicinamento, misura cautelare poi decaduta dopo che la donna aveva deciso di ritirare la denuncia. Nonostante questo, il Tribunale di Bergamo lo aveva condannato per i reati commessi, ma l’uomo aveva potuto tornare a vivere a Pedrengo, separatamente dalla moglie, residente a Seriate.
L’aggressione nel parcheggio del supermercato
L’attacco è avvenuto poco dopo le 9 del mattino, quando l’uomo ha colpito la donna con diverse coltellate, utilizzando un coltello da cucina. I clienti presenti nel parcheggio del supermercato sono stati testimoni di questa violenta aggressione. Alcuni di loro, nonostante il pericolo, sono intervenuti tirando pietre prese dalle aiuole circostanti nel tentativo di fermarlo.
Tra i soccorritori c’era anche un militare dell’Esercito, fuori servizio, che è riuscito a bloccare l’aggressore dopo un breve scontro, riportando solo lievi ferite. Grazie al coraggio dei presenti, l’uomo è stato finalmente neutralizzato e successivamente arrestato dai carabinieri intervenuti sul posto.
Le condizioni della vittima
La donna, colpita più volte e trovata riversa a terra, è stata soccorsa dai clienti del supermercato, che hanno cercato di mantenerla cosciente fino all’arrivo dei soccorsi medici. Subito trasportata all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, la 39enne si trova ora ricoverata in gravi condizioni.
Un dramma che poteva essere evitato?
Questo tragico episodio riaccende il dibattito sulla violenza domestica e sulla necessità di misure più efficaci per tutelare le vittime. La remissione di querela, purtroppo, ha permesso all’uomo di tornare in libertà, con conseguenze devastanti.
L’aggressore, ora detenuto nel carcere di Bergamo, dovrà rispondere di tentato omicidio e lesioni personali aggravate.