Nei Comuni di Taleggio e Vedeseta è stato disposto l’obbligo di bollire l’acqua per almeno 20 minuti prima dell’uso alimentare. La misura è stata adottata in via precauzionale, dopo un sopralluogo di Uniacque alla sorgente “Cima l’Acqua”, nel territorio di Vedeseta, dove è stata rilevata la presenza di uno strato di letame di circa 20 cm nei pressi della falda che rifornisce gli acquedotti locali.
Il rischio di contaminazione e le misure adottate
La presenza del letame in prossimità della sorgente potrebbe aver favorito l’infiltrazione di sostanze organiche nel terreno, con un potenziale rischio di contaminazione dell’acqua potabile. Per questo motivo, i sindaci di Taleggio e Vedeseta hanno emesso un’ordinanza cautelativa, in attesa dei risultati delle analisi batteriologiche condotte da Uniacque, che dovrebbero essere disponibili oggi.
Secondo quanto riferito dal sindaco di Vedeseta, Luca Locatelli, il deposito di letame sarebbe stato posato in buona fede da un contadino incaricato del ripristino del terreno dopo alcuni lavori per la costruzione di una centralina idroelettrica. Tuttavia, non si era considerata la possibile interazione con la falda acquifera.
Ottimismo sui risultati delle analisi
Nonostante la precauzione adottata, il rischio di inquinamento sembra essere contenuto. Pierangelo Bertocchi, amministratore delegato di Uniacque, ha spiegato che l’acqua risulta clorata e disinfettata, un primo segnale positivo. «Siamo ottimisti e non dovrebbero esserci problemi. Tuttavia, per senso di responsabilità, abbiamo consigliato al Comune di Taleggio di emettere l’ordinanza in attesa degli esiti delle analisi».
Se le verifiche confermeranno la sicurezza dell’acqua, le ordinanze potrebbero essere revocate già nelle prossime ore.