Un episodio dai contorni incredibili e ripetuti si è verificato ad Almè, nel Bergamasco. Un 35enne tunisino, accoltellato il 1° dicembre durante una compravendita di droga, è stato arrestato nuovamente il 5 febbraio per spaccio, pochi giorni dopo essere fuggito dall’ospedale nonostante una grave lesione polmonare.
L’uomo era stato ferito con un coltello da un 24enne marocchino, successivamente arrestato, durante un regolamento di conti legato alla vendita di un chilo di cocaina per 30mila euro. Ricoverato all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo in prognosi riservata, è riuscito a fuggire dal reparto dopo una decina di giorni, nonostante le gravi condizioni di salute.
Il 27 dicembre era stato nuovamente fermato per spaccio nella stessa area di Almè, ma rilasciato con divieto di dimora nella Bergamasca. Tuttavia, il 5 febbraio, è stato individuato dai carabinieri di Villa d’Almé mentre percorreva in bicicletta via dei Sentieri, nei pressi del centro sportivo locale. Bloccato dopo un inseguimento, è stato trovato in possesso di 43 dosi di cocaina, 23 grammi di hashish e 1.050 euro in contanti, che ha dichiarato provenire da una conoscente residente in Svezia.
Durante il trasferimento in caserma, il tunisino ha tentato di disfarsi di 54 grammi di cocaina, lanciandoli sul tappetino dell’auto dei militari. In aula, davanti al giudice Laura Garufi, ha negato ogni accusa, sostenendo che la droga fosse stata “messa dai carabinieri”. L’arresto è stato convalidato e il divieto di dimora in provincia di Bergamo è stato confermato, con la possibilità di un aggravamento della misura cautelare.