Giorno del Ricordo, Bergamo celebra le vittime delle Foibe e gli esuli

Commemorazione alla Rocca con la sindaca Carnevali e le autorità locali. Omaggio a Lucio Parenzan e condanna degli atti vandalici a Basovizza

Si è svolta questa mattina, 10 febbraio, alle ore 9, la cerimonia del Giorno del Ricordo alla Rocca di Bergamo, davanti al monumento dedicato alle vittime delle Foibe. L’evento, aperto dalla sindaca Elena Carnevali, ha visto la partecipazione di autorità civili e religiose, oltre agli studenti del liceo «Mascheroni», che hanno raccontato gli eventi storici per tramandarne la memoria alle nuove generazioni.

Omaggio a Lucio Parenzan

Durante la commemorazione, la sindaca Carnevali ha dedicato un ricordo speciale a Lucio Parenzan, esule giuliano-dalmata e figura di spicco della medicina bergamasca. «Abbiamo celebrato pochi mesi fa, all’ospedale Papa Giovanni, il centenario della sua nascita» ha sottolineato Carnevali, ribadendo il contributo del medico alla comunità locale e nazionale.

Alla posa delle corone d’alloro hanno preso parte il prefetto Luca Rotondi, il deputato bergamasco Andrea Tremaglia, il consigliere provinciale e sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini, oltre a Maria Elena Depetroni, presidente del Comitato di Bergamo dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

L’impegno di Bergamo per gli esuli

Nel suo discorso, la sindaca ha evidenziato la solidarietà della città verso gli esuli istriani, giuliani e dalmati nel dopoguerra. «Bergamo ha sempre risposto con accoglienza, istituendo il centro di raccolta alla Clementina e costruendo case popolari in via Pola e nelle strade adiacenti, formando la borgata giuliano-dalmata» ha dichiarato. Carnevali ha espresso gratitudine verso l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e la sua presidente provinciale Maria Elena Depetroni, per l’impegno nel preservare la memoria di questa pagina storica.

Condanna degli atti vandalici a Basovizza

Nel corso della cerimonia, Depetroni ha anche condannato l’atto vandalico avvenuto tra il 7 e l’8 febbraio presso la foiba di Basovizza, dove sono comparse scritte offensive sul monumento. «È stato colpito un simbolo nazionale, che rappresenta il dolore di un’intera nazione» ha dichiarato, ricordando che le vittime furono uccise brutalmente e gettate nelle foibe perché riconosciute come italiane o contrarie all’annessione dei territori da parte di Tito.

Depetroni ha poi ribadito l’importanza della commemorazione a Bergamo, sottolineando come grazie all’impegno delle istituzioni, la consapevolezza su questi eventi storici stia crescendo. La cerimonia si è conclusa con la lettura della preghiera per le vittime delle foibe, scritta da monsignor Antonio Santin, vescovo di Trieste, che si batté per proteggere chi subì persecuzioni in quegli anni tragici.

 

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