Le indagini condotte dalla Polizia Locale di Mozzo hanno portato all’identificazione di alcuni membri della baby gangche, nel fine settimana tra il 7 e l’8 marzo, ha compiuto diversi atti vandalici nel paese. Si tratta di ragazzi tra i 15 e i 18 anni, soliti radunarsi nei weekend e agire con il volto coperto da cappucci e cappellini.
Come riporta L’Eco di Bergamo, i filmati delle telecamere di sorveglianza hanno mostrato che i responsabili sono spesso gli stessi. Durante l’ultimo episodio, il gruppo ha distrutto le vetrate del passaggio pedonale tra la scuola media, la biblioteca e la palestra. Non contenti, hanno rovesciato bidoni della spazzatura lungo via Castello, lasciando cartacce e lattine sul marciapiede. Inoltre, nella stessa notte, sono stati divelti pali della segnaletica stradale e della pista ciclabile, oltre ai cartelli della Porta del Parco in via dell’Industria, al confine con Valbrembo.
Il sindaco di Mozzo, Gianluigi Ubiali, ha confermato che il fenomeno va avanti da mesi e coinvolge anche giovani provenienti da altri comuni, come Paladina e Curno, rendendo più difficili le indagini. Attualmente, almeno due responsabili sono stati identificati, ma le forze dell’ordine proseguono il lavoro per risalire a tutti i componenti della gang.
Nel frattempo, l’amministrazione comunale ha avviato misure per contrastare il fenomeno. Tra le iniziative:
- Un progetto con il centro sociale per incentivare gli studenti a frequentare la sala studio almeno 2-3 sere a settimana, aumentando la presenza nell’area.
- L’installazione di nuove telecamere: 4-5 nei pressi del Carrefour, altra zona critica, e 18 nuovi impianti di videosorveglianza finanziati da un bando regionale.
- Pattugliamenti più frequenti richiesti ai Carabinieri, specialmente nei punti più colpiti dai vandali.
Nel frattempo, l’area vandalizzata è stata recintata per garantire la sicurezza dei bambini e i vetri saranno ripristinati nei prossimi giorni. La stima dei danni è ancora in corso, ma il sindaco sottolinea come a pagare saranno ancora una volta i cittadini.
“Le telecamere aiutano, ma servono più controlli e soprattutto un cambiamento culturale. Bisogna far capire a questi giovani il valore del bene pubblico”, ha dichiarato Ubiali. Le indagini proseguono e si attendono sviluppi nei prossimi giorni.