A Bergamo, il dibattito sulle zone rosse – entrate in vigore a fine febbraio nelle aree della Malpensata e delle vie Paglia e Bonomelli – si accende con la convocazione di un corteo di protesta per il 29 marzo. L’iniziativa è promossa da Oltre, Europa Verde e Sinistra Italiana, forze della lista Futura, che fanno parte della coalizione guidata dalla sindaca Elena Carnevali, ma che si oppongono apertamente al provvedimento.
Il corteo contro la “repressione legalizzata”
Secondo i promotori, le zone rosse rappresentano un eccesso di repressione, limitando la libertà di movimento senza il vaglio di un giudice, ma affidandosi alla discrezionalità delle forze dell’ordine. I consiglieri comunali di Futura, Aldo Lazzari e Laura Brevi, hanno ribadito la loro contrarietà, sottolineando la necessità di puntare su welfare e prevenzioneanziché su strumenti repressivi.
La manifestazione vedrà la partecipazione di numerosi collettivi e associazioni, tra cui Fridays For Future, Non Una di Meno, Csa Pacì Paciana e Rete Bergamasca Pace e Disarmo.
Il Comune difende la misura: “Riscontri positivi dai cittadini”
L’amministrazione comunale, tuttavia, difende il provvedimento, spiegando che l’obiettivo è aumentare la sicurezza nelle zone critiche della città. L’assessore alla Sicurezza, Giacomo Angeloni, ha dichiarato al Corriere Bergamo: “Abbiamo già ricevuto diversi messaggi di ringraziamento da residenti e commercianti, che notano un miglioramento rispetto a prima”.
Le zone rosse vietano per tre mesi lo stazionamento a persone con comportamenti aggressivi o molesti, consentendo alle forze dell’ordine di allontanare chi trasgredisce. Il divieto riguarda anche individui segnalati all’autorità giudiziaria per reati legati a stupefacenti, risse, rapine, furti e detenzione di armi.
Inoltre, Angeloni ha sottolineato che il provvedimento ha favorito un miglior coordinamento tra Polizia Locale, Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, rendendo gli interventi più tempestivi.
Un compromesso per evitare “un’altra Padova”
Sebbene il provvedimento sia stato firmato dal prefetto Luca Rotondi, il Comune ha contribuito all’individuazione delle aree, escludendo volutamente il piazzale della stazione per evitare che il divieto colpisse senza distinzione persone senza dimora. L’amministrazione ha voluto evitare il modello adottato a Padova, dove le zone rosse hanno portato anche all’allontanamento di senza tetto.
Il PD: “Uno strumento utile, ma non l’unico”
All’interno della maggioranza, il Partito Democratico ha confermato il sostegno alle zone rosse, pur ribadendo che devono essere accompagnate da misure sociali e di prevenzione. “Non vogliamo la militarizzazione della città”, ha dichiarato la capogruppo PD Francesca Riccardi, “ma in alcune aree questi strumenti possono essere utili, se affiancati da politiche per la sicurezza integrata”.
Il dibattito resta aperto e il corteo del 29 marzo potrebbe essere il primo banco di prova per valutare l’impatto della misura sulla città e sulla sua amministrazione.