Negli ultimi giorni, la presenza sempre più numerosa di ungulati e predatori nelle valli bergamasche ha riacceso il dibattito sulla gestione della fauna selvatica. Giovedì 21 marzo, un grave incidente stradale a Villa d’Almè ha coinvolto un motociclista che si è scontrato con un cervo, evidenziando i pericoli che questi animali rappresentano per la viabilità.
Nel frattempo, una decina di cinghiali è stata avvistata nel centro abitato di San Lorenzo di Rovetta, mentre un lupo ha attaccato alcune pecore sul monte Alino, nel comune di Parre. Situazioni diverse tra loro, ma che confermano la necessità di interventi mirati per gestire l’incremento di questi animali.
L’incontro a Clusone: esperti e amministratori a confronto
Per affrontare il problema, lo scorso 21 marzo si è tenuta a Clusone una riunione organizzata dall’associazione “Tutela Rurale”, alla quale hanno partecipato cittadini, allevatori, forze dell’ordine e cacciatori. Presenti anche i sindaci Massimo Morstabilini (Clusone), Yvan Caccia (Ardesio) e Walter Semperboni (Valbondione), insieme al consigliere regionale Michele Schiavi, ai Carabinieri Forestali e alla Polizia Provinciale.
Durante l’incontro, esperti di vari settori hanno analizzato il problema sotto diversi aspetti. La professoressa Silvana Mattiello dell’Università di Milano, il veterinario Davide Negroni, la dottoressa Mariantonia Ferracin, il dottor Norberto Perolari, il dottor Luciano Berti e il cinofilo Steven Bonacorsi hanno discusso temi come la gestione della fauna selvatica, l’impatto sull’agricoltura e le malattie trasmissibili dagli animali all’uomo.
I numeri della fauna selvatica: il boom dei cervi e il calo dei caprioli
Secondo i dati dell’ultima stagione venatoria, la presenza di cervi è in forte crescita. Nel Comprensorio Prealpi Bergamasche, il censimento ha registrato 1.122 esemplari, con 326 abbattimenti su un piano di 368, raggiungendo un tasso di realizzazione dell’88,8%. L’incremento rispetto alla stagione precedente è stato del 22%, ma rispetto al 2022/2023 la crescita è stata del 179%.
Nel Comprensorio Alpino Valle Seriana, il censimento ha rilevato 800 cervi (erano 300 nel 2014). Nel 2024, sono stati censiti 782 esemplari, con 147 abbattimenti e un tasso di realizzazione del piano di 72,7%. La situazione più critica si registra in Valle Brembana, dove il censimento ha contato 1.075 cervi, con 267 abbattimenti previsti e 162 capi effettivamente prelevati.
In netto calo invece i caprioli: nel Comprensorio Prealpi Bergamasche, il loro numero è passato da 3.000 esemplari nel 2022 a 730 nel 2024, con 144 abbattimenti su un piano di 152. Anche nel Comprensorio Alpino Valle Seriana la popolazione di caprioli è diminuita, scendendo dai 400 del 2014 ai 250 attuali.
Danni all’agricoltura e impatto sulla viabilità
L’aumento del numero di cervi sta causando problemi non solo sulle strade, ma anche all’agricoltura. Nel 2024, i danni maggiori si sono registrati nei paesi dell’Alta Valle Seriana, nella zona della Presolana, in Valle Borlezza e in diversi comuni della Valle Cavallina.
La crescita incontrollata di questi animali mette a rischio coltivazioni e pascoli, creando tensioni tra agricoltori e autorità locali. L’introduzione di piani di abbattimento mirati e una gestione più efficace della fauna selvatica sono diventate priorità per le istituzioni locali.