Hanno sfilato per le vie del centro di Bergamo, partendo da piazza Pontida fino a piazza Dante, per chiedere con forza il rinnovo del contratto nazionale e rivendicare il diritto a salari dignitosi. Sono stati circa 300 i metalmeccanici che hanno partecipato al corteo indetto da Fim, Fiom e Uilm, nell’ambito delle otto ore di sciopero proclamate a livello nazionale per rilanciare una trattativa ferma da mesi con Federmeccanica e Assistal.
Durante la mattinata di venerdì 28 marzo, fischietti, bandiere e slogan hanno animato il centro città, mentre nelle fabbriche regnava il silenzio. Le tre principali sigle sindacali del comparto metalmeccanico hanno portato in piazza lavoratori e delegati, con un messaggio chiaro: “aumentare i salari è una necessità economica, non solo un diritto”.
Il nodo centrale resta l’aumento salariale
Al centro dello scontro sindacale c’è la richiesta di un aumento medio di 280 euro lordi a regime, ritenuto fondamentale dai lavoratori per mantenere il potere d’acquisto in un contesto segnato da inflazione e crescita del costo della vita. Le controposte arrivate dai datori di lavoro sono state definite “inaccettabili” dai sindacati, che rigettano le piattaforme avanzate da Federmeccanica e Assistal.
«Non vogliamo la loro contropiattaforma – ha dichiarato Emanuele Fantini, segretario generale della Fim –. È ora di cambiare il nostro futuro lavorativo, partendo da un contratto rinnovato con tutte le nostre richieste». A sostenere la mobilitazione anche i delegati sindacali di sei aziende del territorio, che sono intervenuti dal palco allestito in piazza Dante.
Una protesta che va avanti da dicembre
Non si tratta di un episodio isolato: quella del 28 marzo è solo l’ultima di una serie di mobilitazioni iniziate a dicembre. Sommando le ore di sciopero, i metalmeccanici sono arrivati a 24 ore complessive in tre mesi, senza che si sia registrata una reale apertura da parte delle controparti.
«Lo sciopero di oggi è una battaglia che va oltre il contratto metalmeccanico – ha detto Andrea Agazzi della Fiom –. Riguarda tutti i lavoratori e il modello economico che vogliamo per il Paese». Dello stesso avviso Emilio Lollio della Uilm, che ha sottolineato l’urgenza di interventi concreti per tutelare il reddito delle famiglie e sostenere la ripresa economica.
La manifestazione si chiude in tono più pacato, ma la mobilitazione continua
Dopo il corteo, la manifestazione si è conclusa con i discorsi dei tre segretari generali, in un clima meno acceso ma comunque determinato. I lavoratori hanno ribadito la volontà di non fermarsi finché non si sbloccherà il tavolo di confronto, congelato da novembre.