Prometteva guadagni elevati e sicuri, ma dietro le sue rassicurazioni si celava un sofisticato raggiro: un ex consulente finanziario, già radiato dall’albo sei anni fa, è stato arrestato dalla Guardia di finanza di Bergamo con l’accusa di truffa, appropriazione indebita e esercizio abusivo dell’attività finanziaria e bancaria. L’uomo, che ha operato per anni senza autorizzazione, avrebbe sottratto complessivamente 1,3 milioni di euro, ora sottoposti a sequestro preventivo.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Bergamo, ha preso il via da una decina di querele presentate da clienti truffati. Le vittime – tra cui pensionati e dirigenti di aziende multinazionali, di età compresa tra i 40 e i 65 anni – avevano affidato all’uomo i propri risparmi, attratti da offerte di investimento in azioni di società elvetiche, che si sono rivelate inesistenti.
L’ex consulente, che in passato aveva ricoperto incarichi dirigenziali presso due intermediari finanziari del territorio, utilizzava la sua conoscenza tecnica per raggirare le vittime. Agiva indisturbato, nonostante fosse stato radiato dall’albo dal 2019, utilizzando identità fittizie e conti correnti intestati ai clienti stessi, dai quali aveva sottratto le credenziali di accesso online.
Attraverso l’accesso illecito ai conti bancari, l’uomo effettuava operazioni mascherate da investimenti. In realtà, i fondi venivano semplicemente fatti transitare tra diversi conti correnti per alimentare lo schema fraudolento, che ricorda da vicino il cosiddetto Schema Ponzi: i capitali versati da nuovi clienti venivano usati per coprire le richieste di rimborso di quelli precedenti.
A completare l’inganno, il truffatore mostrava prospetti falsificati, in cui veniva documentata una falsa redditività degli investimenti, mai effettuati realmente. Il tutto veniva orchestrato con grande abilità per evitare sospetti e guadagnare la fiducia delle vittime, fino al momento in cui queste si rendevano conto dell’ammanco.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bergamo, l’uomo avrebbe sistematicamente abusato della fiducia dei clienti, costruendo una rete di inganni che si estendeva nel tempo e nello spazio, anche grazie all’uso indebito delle identità delle vittime.
Ora l’ex consulente si trova in carcere, mentre il sequestro dei beni mira a recuperare almeno in parte le somme sottratte. Le indagini proseguono per verificare l’esistenza di altri possibili truffati e per ricostruire l’intero flusso finanziario.