Una nuova pagina del diritto di famiglia è stata scritta dalla Corte Costituzionale, che con la sentenza n. 68 del 2025 ha stabilito l’illegittimità del divieto che impediva alla madre intenzionale di essere riconosciuta alla nascita come genitrice del bambino nato in Italia da fecondazione assistita praticata all’estero. Un cambiamento epocale che riguarda centinaia di famiglie e che vede Bergamo tra le prime città ad aver promosso questa interpretazione della legge.
La genitorialità omogenitoriale ottiene legittimità costituzionale
La sentenza ribalta una lunga storia di controversie giuridiche e opposizioni da parte delle procure. In passato, diversi sindaci – tra cui Giorgio Gori a Bergamo – avevano deciso di registrare all’anagrafe i bambini con due madri, basandosi su un’interpretazione estensiva della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita. Tuttavia, tali atti erano stati contestati e annullati dai tribunali, con sentenze della Corte di Cassazione che imponevano la cancellazione delle doppie maternità.
La battaglia legale e la campagna “Affermazione costituzionale”
A ribaltare il quadro è stata la strategia di Rete Lenford, associazione di avvocati per i diritti LGBTQ+, con sede nazionale a Bergamo. La campagna “Affermazione costituzionale”, coordinata dall’avvocato Stefano Chinotti, ha offerto supporto legale gratuito alle coppie lesbiche coinvolte in queste cause. Due i casi chiave: uno a Padova e uno proprio a Bergamo. L’elemento di svolta è arrivato quando il Tribunale di Lucca ha accolto l’eccezione di legittimità costituzionale, rimettendo la questione alla Consulta.
La decisione e le sue conseguenze
La Corte Costituzionale ha stabilito che è incompatibile con la Costituzione impedire il riconoscimento della madre intenzionale, ossia la donna che ha espresso consenso informato alla procedura medica senza essere la portatrice della gravidanza. Da ora in avanti, quindi, le coppie formate da due donne potranno essere riconosciute entrambe come madri sin dalla nascita del bambino, senza dover ricorrere alla step-child adoption.
Un precedente che vale per tutti
La forza della sentenza risiede nel suo valore erga omnes, ovvero vincolante per tutti. Questo significa che non si tratta solo di un caso specifico: tutti i tribunali italiani dovranno adeguarsi, comprese le Corti d’Appello di Venezia e di Bergamo, dove erano ancora pendenti cause analoghe. Anche lì, la decisione definitiva dovrà ora tenere conto del nuovo orientamento costituzionale.