Un gesto ritenuto intimidatorio e politicamente motivato ha colpito nella notte tra sabato 31 maggio e domenica 1 giugno la sede del Circolo di Rifondazione Comunista a Treviglio. Ignoti hanno vandalizzato l’ingresso dell’edificio, strappando e divellendo l’insegna del partito poche ore dopo la partecipazione del circolo alla manifestazione “Stop al genocidio, Palestina libera”, organizzata dal Comitato Treviglio per la Palestina.
Secondo gli esponenti locali e provinciali del partito, Fabio Cochis e Francesco Macario, si tratta di un atto deliberatoriconducibile all’adesione del circolo alla causa palestinese. I due, in una nota ufficiale, denunciano non solo il danneggiamento materiale, ma anche una campagna d’odio esplosa sui social network a margine della manifestazione.
“Una vera e propria aggressione digitale”, così la definiscono, alimentata da insulti, provocazioni e minacce. Nei commenti online – sostengono – sarebbero comparsi anche riferimenti inquietanti a gruppi neofascisti: “Alcuni utenti si sono detti sostenitori della ‘X Max’, probabilmente in riferimento alla X Mas, tristemente nota per le sue implicazioni storiche”.
Il clima ostile si è quindi tradotto in un’azione concreta, considerata da Rifondazione come un chiaro segnale intimidatorio, indirizzato a scoraggiare il sostegno alla causa palestinese. Il circolo ha annunciato la presentazione di una denuncia formale alle autorità competenti, affinché l’episodio venga approfondito e non resti impunito.
Il danneggiamento non ha causato feriti, ma ha scosso la comunità politica locale, che vede nel gesto un grave attacco alla libertà di espressione e di partecipazione civile. “Non ci lasceremo intimidire”, affermano Cochis e Macario, ribadendo l’impegno del partito a “schierarsi sempre dalla parte degli oppressi”, anche a costo di subire minacce o atti vandalici.
La manifestazione di sabato 31 maggio, autorizzata e svolta in maniera pacifica, aveva raccolto numerosi partecipanti nella piazza centrale di Treviglio, tra cui esponenti di movimenti, associazioni e cittadini solidali con la popolazione palestinese. La partecipazione del circolo di Rifondazione è stata pubblicamente rivendicata e motivata da una “volontà di promuovere la pace e il rispetto dei diritti umani”.