A partire dal 1° ottobre, un nuovo provvedimento restrittivo entrerà in vigore in Lombardia, Veneto, Piemonte e Emilia Romagna, che impedirà la circolazione dei veicoli diesel Euro 5 in tutti i Comuni con più di 30.000 abitanti. Questo provvedimento, di marca Ue, che durerà fino al 15 aprile 2026, coinvolgerà circa 65.000 auto nella provincia di Bergamo, che includeranno Bergamo e Treviglio tra le città interessate. Il totale complessivo di veicoli a livello regionale sarà di circa 484.000 in Lombardia, con oltre un milione di auto coinvolte nelle quattro regioni interessate.
Il provvedimento europeo e le richieste di sospensione
Il divieto si basa su un decreto legislativo del 2023, volto a migliorare la qualità dell’aria nel bacino padano, un’area storicamente soggetta a forti livelli di inquinamento atmosferico. Tuttavia, il provvedimento ha suscitato forti polemiche, tanto che Regione Lombardia ha chiesto una revisione della misura, chiedendo al governo di sospenderla. In particolare, i presidenti delle regioni coinvolte — Alberto Cirio (Piemonte), Attilio Fontana (Lombardia) e Luca Zaia (Veneto) — hanno inviato una nota congiunta sottolineando l’importanza di trovare soluzioni alternative per migliorare la qualità dell’aria senza penalizzare le famiglie e le imprese. A tal proposito, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato l’intenzione di inserire nella legge di conversione del decreto un emendamento per evitare il blocco dei veicoli diesel Euro 5, e ha suggerito la possibilità di misure alternative.
Le polemiche politiche: favorevoli e contrari al blocco
Il Consiglio regionale lombardo ha approvato una mozione il 10 giugno in cui si chiede al governo di sospendere le limitazioni. Tuttavia, le opinioni sono molto divise. I consiglieri lombardi della Lega, Roberto Anelli e Giovanni Malanchini, parlano di “scelte folli dell’Europa”, criticando il fatto che milioni di cittadini e migliaia di imprese dovranno sostituire mezzi perfettamente funzionanti, acquistati solo dieci anni fa. Pietro Macconi, consigliere di Fratelli d’Italia, esprime la stessa opinione, definendo le nuove regole “cervellotiche” e chiedendo più libertà di scelta per le persone.
Dall’altro lato, l’opposizione, rappresentata da Davide Casati del PD, suggerisce di investire nel trasporto pubblico locale, in particolare nelle aree interne dove le alternative al mezzo privato sono scarse. Casati ha anche proposto di incrementare gli incentivi per il rinnovo dei veicoli.
Gli incentivi regionali e i numeri delle richieste
L’assessore regionale all’Ambiente e al Clima, Giorgio Maione, ha dichiarato che la Lombardia non può essere l’unica regione in Europa con un blocco che riguarda circa mezzo milione di veicoli e ha chiesto di riaprire la discussione con Bruxelles e Roma per trovare soluzioni più condivise. Nel frattempo, la Regione ha messo a disposizione 23 milioni di euro per il “Rinnova parco veicolare 2025”, una misura che offre incentivi per l’acquisto di auto e motocicli a basse emissioni, oltre a premiare la rottamazione dei veicoli più inquinanti.
In soli due mesi, sono state presentate oltre 4.000 domande, per un valore complessivo di circa 9 milioni di euro, e c’è tempo per inviare la propria richiesta fino al 31 ottobre.