L’archivio di Egizio Nichelli lascia Gandino: un tributo alla sua eredità nel restauro e nell’architettura

Un incontro a Gandino celebra l’architetto Nichelli, simbolo del restauro milanese post-bellico, con il trasferimento del suo archivio a Milano

Un saluto all’archivio di Egizio Nichelli

Giovedì 19 giugno, alle 18, è in programma una serata speciale a Gandino per ricordare il grande architetto e restauratore Egizio Nichelli. L’incontro, presso il Palazzo di via Forzenigo 17, segna l’addio a un prezioso archivio di progetti, fotografie e documenti che, dal 2004, è stato custodito dal collega Gustavo Picinali nella cittadina bergamasca. L’archivio sarà ora trasferito a Milano, presso il CASVA (Centro Alti Studi Arti Visive).

Il valore dell’archivio e l’importanza del restauro

Egizio Nichelli, nato a Trieste nel 1913 e morto a Milano nel 1991, è stato una figura fondamentale nel panorama del restauro architettonico del dopoguerra, con il merito di aver recuperato e preservato importanti testimonianze storiche della città di Milano. Filippo Simonetti, architetto e collega di Nichelli, ha spiegato come l’architetto sia stato “uno dei maggiori esponenti di restauro architettonico” e come la sua “competente dedizione” abbia portato alla conservazione di edifici medievali e rinascimentali milanesi, tra cui Ca’ Granda e il monastero di San Maurizio. “Il suo lavoro di recupero è stato un modello di intervento che univa il rispetto per l’antico con l’adattamento alle esigenze moderne”.

Il trasferimento dell’archivio a Milano

Nel corso degli anni, l’archivio di Nichelli ha suscitato un crescente interesse tra studiosi e architetti. Gustavo Picinali, che ha custodito l’archivio per più di due decenni, ha dichiarato: “Conobbi Egizio nel 1972, da giovane laureato, e la meticolosa raccolta di documenti e fotografie dei suoi lavori sono oggi di grande aiuto per chi vuole approfondire l’evoluzione edilizia di Milano”. Oggi, dopo anni di catalogazione e studio, l’archivio verrà trasferito al CASVA, un centro che raccoglie gli archivi degli architetti lombardi, creando un punto di riferimento per lo studio delle arti visive e dell’architettura.

Nichelli e Picinali

“Restammo amici, anche se di lui avevo una certa soggezione, e arrivò a propormi di aprire uno studio insieme, cosa che purtroppo non accettai per altre concomitanti scelte professionali. Negli anni successivi alla sua morte, la moglie Lina ed i figli mi contattarono affinché potessi custodire l’archivio del marito, trasferito a Gandino nel 2004 – racconta ancora Picinali -. Arrivarono da subito i contatti con la Facoltà di Architettura e con altre Istituzioni di Milano e l’inizio di un lavoro sistematico di organizzazione condotto spesso da studenti per la propria tesi di laurea”.

Egizio Nichelli, la storia

Nato a Trieste nel 1913, dal padre architetto Ettore Hicke e da Maria Berani, il cognome Nichelli fu assegnato a tutti i componenti della famiglia in epoca fascista, nell’ottobre 1931. Come ricorda il volume “Architettura di Egizio Nichelli (1937-1991)” di Maria Guerrieri Pilar, edito da Franco Angeli, l’architetto fu nella seconda metà del Novecento uno dei principali protagonisti del recupero delle radici storiche dell’architettura milanese. Il volume fu redatto partendo dall’analisi dell’archivio conservato sino ad oggi a Gandino, indispensabile per ricostruirne le intenzioni e le realizzazioni nel campo del restauro e dell’architettura civile.

La monografia di un grande restauratore

“La sua paziente attività di recupero – si legge nel tomo – ha rappresentato negli anni del dopoguerra un modello di intervento, capace di coniugare il riuso e la valorizzazione delle testimonianze del passato con le necessità di adeguamento alle nuove esigenze funzionali. Formatosi negli anni del fascismo, Nichelli vuole piuttosto richiamarsi alle teorie sul restauro dei maestri Camillo Boito, Gustavo Giovannoni e Ambrogio Annoni, e al lavoro di quegli archeologi milanesi che a partire dall’inizio del Novecento avevano iniziato un prezioso lavoro di scavo con l’obiettivo di ricostruire la Forma Urbis Mediolani”.

La carriera e l’eredità di Egizio Nichelli

Oltre a essere un esperto restauratore, Nichelli ha ricoperto anche il ruolo di funzionario del Comune di Milano, dove ha gestito molti dei restauri post-bellici della città. Il suo approccio, influenzato dalle teorie dei maestri del restauro come Camillo Boito e Gustavo Giovannoni, ha reso possibile il recupero di molte architetture storiche milanesi, che oggi rappresentano parte fondamentale del patrimonio culturale della città. La sua dedizione al lavoro di recupero ha ispirato anche le generazioni successive di architetti e restauratori.

L’incontro di Gandino: un saluto all’archivio

L’incontro a Gandino vuole essere una sorta di saluto simbolico all’archivio che ora lascia la Val Seriana. L’evento sarà arricchito dalla proiezione di immagini storiche e da una piccola mostra di disegni originali di Nichelli. Un’opportunità per ripercorrere il suo lavoro e per riflettere sull’importanza del restauro nel contesto dell’architettura e della conservazione del nostro patrimonio culturale.

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