Un 22enne di Lovere è stato denunciato a piede libero, mentre il complice trentenne milanese è finito in carcere, per aver preso parte a una banda specializzata in raggiri e minacce a danno di anziani, operante tra il Sebino e la sponda bresciana del Garda. L’accusa, per entrambi, non è semplice truffa ma estorsione, reato più grave che comporta pene più severe.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Salò, il 22enne avrebbe noleggiato un’Audi Q2 nel milanese, utilizzata il 24 settembre scorso per recarsi a Toscolano Maderno, dove due donne anziane sono state contattate e raggirate con una tecnica tanto collaudata quanto crudele: il finto incidente che avrebbe coinvolto un loro figlio, seguito da richieste di denaro immediate per “evitare il carcere”.
Nel dettaglio, la banda — composta, oltre ai due identificati, anche da una telefonista ancora ignota — agiva in tre fasi: la prima chiamata, con un uomo che si fingeva maresciallo dei carabinieri, avvisava le vittime di un presunto incidente provocato dal figlio o dalla figlia. Poco dopo, una seconda telefonata da parte di un finto avvocato rincarava la dose, parlando di una denuncia già sporta e della necessità di pagare subito 25mila euro. Infine, un’ultima voce, in lacrime e con tono disperato, impersonava il figlio o la figlia coinvolti, chiudendo il cerchio emotivo e inducendo le vittime alla consegna.
Pochi minuti dopo, un giovane si presentava alla porta come “addetto del tribunale” per ritirare il denaro. Le due anziane, confuse e spaventate, hanno consegnato rispettivamente 19mila euro in contanti e 150 grammi d’oro tra gioielli e monili. Un bottino ingente, ottenuto con pressioni psicologiche forti e minacce, che ha spinto la Procura a contestare il reato di estorsione.
Le indagini sono partite dall’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti nell’area. Gli inquirenti hanno individuato l’Audi Q2 utilizzata dai malviventi e, tramite l’agenzia di noleggio, sono risaliti ai nomi di chi l’aveva ritirata: il 22enne bergamasco, alla guida del veicolo, e il 30enne milanese, poi riconosciuto dalle vittime e immortalato nelle riprese mentre si presentava alle abitazioni per ritirare il denaro.
Il giovane di Lovere è stato denunciato a piede libero, mentre per il complice milanese è scattata la custodia cautelare in carcere, su disposizione del gip. Le indagini proseguono per individuare l’autrice delle telefonate, figura centrale nell’orchestrazione dell’inganno.