Le acque fredde, limpide e suggestive dei fiumi bergamaschi tornano protagoniste dell’estate, attirando bagnanti di ogni età, tra residenti, famiglie e turisti. Dall’Adda al Serio, dal Brembo alla Val Vertova, le “spiaggette” naturali si riempiono ogni fine settimana, complici le alte temperature e il desiderio crescente di refrigerio a due passi da casa. Ma la tendenza cela un pericolo concreto: in quasi tutti questi tratti fluviali la balneazione è vietata. Un divieto spesso ignorato, sottovalutato o persino sconosciuto.
Adda, il fiume più frequentato (e pericoloso)
Come sottolinea L’Eco di Bergamo, tra le mete più battute c’è l’Adda, che dalla zona dell’Isola alla Bassa bergamasca offre spiagge informali molto amate, come Medolago, la Cava degli Spagnoli a Capriate, o i tratti di Fara Gera d’Adda, frequentatissimi anche da giovani e stranieri. Tuttavia, qui vige un divieto di balneazione per motivi di sicurezza, dovuto alla presenza di correnti forti, mulinelli e fondali irregolari. A Fara, il divieto è rafforzato da un’ordinanza dopo i tragici annegamenti a Cassano e Trezzo. «L’Adda è un fiume affascinante, ma resta pericoloso – avverte il sindaco Raffaele Assanelli –. L’appello va in particolare ai turisti che spesso ignorano i rischi».
Serio e Valle Vertova: relax e rischio fianco a fianco
Anche lungo il Serio la scena si ripete: Casnigo, Ponte Nossa, Albino, Pradalunga, Nembro, Alzano, sono solo alcune delle località prese d’assalto, spesso senza che i bagnanti siano pienamente consapevoli delle limitazioni o del divieto assoluto. A Albino, per esempio, il divieto risale agli anni ’90, mentre a Nembro il Comune valuta l’installazione di cartelli informativi nelle aree più frequentate, come in zona Saletti.
La Val Vertova, con le sue acque cristalline e la presenza della pista ciclabile, è tra le mete preferite da famiglie e cicloturisti: «Tornare qui dopo anni è sempre un piacere – raccontano Fabio e Silvia da Bergamo –. Ma occorre rispetto per l’ambiente e prudenza».
Brembo e Valle Brembana: bellezza e attenzione
Il Brembo, dalle sue sorgenti in Valle Brembana fino a valle, è costellato di angoli idilliaci che diventano, in estate, punti di ritrovo per decine di bagnanti. Tra le zone più gettonate: la Parina Beach a Camerata Cornello, attrezzata con chiosco-bar, e la riva sul Brembo a San Pellegrino Terme. A Clanezzo e Villa d’Almè, vicino al ponte “che balla”, i divieti di balneazione sono indicati ma spesso ignorati. «L’acqua può sembrare tranquilla, ma sotto si celano insidie», sottolineano i sindaci locali, che raccomandano prudenza e rispetto delle ordinanze.
Più su, nella media e alta Valle Brembana, località come Lenna, Piazza Brembana e Cassiglio offrono spazi ideali per picnic e relax, ma sempre con l’invito a non tuffarsi e non oltrepassare le zone sicure. Il sindaco di Camerata, Andrea Locatelli, ricorda: «Il divieto di tuffi dalle rocce è spesso trascurato, ma va rispettato per la sicurezza di tutti».
Laghi sì, fiumi no: differenze da conoscere
Mentre su Adda, Serio e Brembo la balneazione è vietata o fortemente sconsigliata, i laghi di Iseo ed Endine restano pienamente balneabili, grazie alla diversa morfologia e al monitoraggio costante della qualità dell’acqua. Tuttavia, la minore affluenza verso i laghi rispetto ai fiumi è legata alla vicinanza dei corsi fluviali alle aree urbane e alla loro accessibilità gratuita, che li rende mete perfette per gite rapide e low cost.
Divieti ignorati, sicurezza a rischio
I sindaci insistono sul rispetto delle ordinanze comunali e delle segnalazioni multilingue. Ma la presenza quotidiana di bagnanti che si immergono o si fanno trasportare dalla corrente dimostra che la consapevolezza del pericolo è ancora troppo bassa. In alcune aree, come a Fara Gera d’Adda, è attivo un servizio di sorveglianza con sommozzatori volontari, ma non può coprire l’intera provincia.
Conclusione: il richiamo dell’acqua è forte, ma la prudenza deve esserlo di più
L’estate bergamasca ha riscoperto il fascino delle sue acque interne, ma il divieto di balneazione nei fiumi non è una formalità: è una misura salvavita. Godere della natura sì, ma con coscienza, rispetto e attenzione. Perché la corrente non perdona chi sottovaluta il suo potere.