La Bassa bergamasca è diventata teatro di una nuova, inquietante forma di spaccio. Lontano dalle piazze di città, lo stupefacente viene sotterrato nei campi agricoli, ai margini delle strade provinciali. I pusher si mimetizzano nella vegetazione, restano in attesa dei clienti nascosti tra i rovi e gli alberi, e agiscono solo quando riconoscono l’automobile giusta: quella con cui hanno preso accordi. In quel momento, avviene lo scambio. Rapido, invisibile, silenzioso.
Il fenomeno è stato osservato in diversi comuni della zona, tra cui Pontirolo Nuovo, Canonica e Fara Gera d’Adda. A testimoniarlo, agricoltori e residenti che si muovono ogni giorno lungo le provinciali immerse nella campagna, dove oggi non è raro notare figure ferme, immobili, apparentemente senza motivo. Sono i nuovi “sentinella” dello spaccio, pronti a uscire dalla vegetazione solo per pochi secondi, giusto il tempo di cedere la dose e rientrare nel nascondiglio.
La tecnica: interrare la droga e recuperarla solo all’arrivo del cliente
A San Paolo d’Argon, uno degli indizi più concreti: un martello da scavo trovato tra i cespugli, strumento usato per aprire e richiudere piccole buche dove viene nascosta la droga. Si tratta spesso di cocaina, sempre più diffusa, ma anche di eroina e hashish, in quantità non compatibili con l’uso personale.
Gli spacciatori arrivano in bicicletta o a piedi, evitando auto che attirerebbero attenzione. Non portano nulla addosso, proprio per eludere i controlli, e si limitano a recuperare il “pacchetto” già nascosto nel sottosuolo al momento dello scambio. Un sistema che limita i rischi di sequestro, ma che rende più difficile anche il lavoro delle forze dell’ordine.
Clienti “insospettabili” e auto di lusso
A confermare la presenza di un mercato ben strutturato è il profilo dei clienti. Macchine di grossa cilindrata, persone ben vestite, clienti benestanti che arrivano appositamente da fuori zona. È quanto raccontano agricoltori e residenti, che sempre più spesso si ritrovano a condividere spazi agricoli con traffici di droga sotterranea, ignari dei pericoli o degli sviluppi.
«La droga viene nascosta la mattina o il giorno prima – racconta un agricoltore – e il pusher rimane nascosto tra gli alberi finché non vede arrivare la macchina giusta». Le zone più battute sono le strade isolate, lontane dai centri abitati, dove nessuno può osservare da vicino quello che accade.
Segnalazioni da Canonica: “Figure sospette ferme ai bordi della strada”
Anche da Canonica d’Adda arrivano segnalazioni simili. Una residente riferisce: «Ho notato persone ferme lungo la strada, in piedi, senza un motivo apparente. Poi, al ritorno, ho visto che un’auto si avvicinava proprio a loro. Non ci sono dubbi su cosa stava succedendo».
Il fenomeno non è nuovo, ma ora si fa più sistematico e organizzato, al punto da sollevare preoccupazione tra chi lavora o vive nelle aree rurali. Il tutto senza clamore, senza gruppi di giovani visibili o movimenti sospetti: è uno spaccio “invisibile”, mimetizzato nel paesaggio agricolo.
Un modello “a basso rischio” per gli spacciatori
Questa nuova modalità operativa si sta rivelando efficace per eludere controlli e intercettazioni. I pusher non trasportano la droga addosso, usano mezzi “poveri” per spostarsi e non attirano l’attenzione, se non quella di chi conosce bene la zona. Una forma di spaccio più silenziosa ma non meno pericolosa, che potrebbe diffondersi ulteriormente nei territori dove il presidio delle forze dell’ordine è meno frequente.