Il ritorno della “ciara de öv”: tra pochi giorni le barche di San Pietro nei vetri dei bergamaschi

Un rito popolare che resiste al tempo: il 29 giugno l’albume si trasforma in vela, tra previsioni, tradizioni e leggende

Mancano pochi giorni al 29 giugno, data che per molti bergamaschi non segna solo la ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo, ma anche il ritorno di uno dei riti più curiosi e suggestivi della tradizione locale: quello delle “barche de San Péder”, realizzate con la “ciara de öv”, ovvero l’albume dell’uovo.

Come ogni anno, le bacheche dei social si preparano a riempirsi di immagini insolite: barattoli, bottiglie e contenitori in vetro dove, immersa nell’acqua, l’albume assume forme filiformi simili a vele, alimentando credenze e interpretazioni tramandate da generazioni. Il rito si compie la notte tra il 28 e il 29 giugno, ed è proprio in queste ore che molti si preparano a seguire la procedura.

La preparazione è semplice: si prende un recipiente trasparente, lo si riempie per due terzi di acqua fredda e si versa al suo interno solo l’albume, evitando accuratamente di contaminare il liquido con il tuorlo (il “róss”) o con residui di guscio (la “borlina”). Il contenitore va lasciato all’aperto, scoperto, per tutta la notte. La mattina del 29, se le condizioni sono favorevoli, si formeranno nell’acqua strutture che ricordano una barca a vela.

Secondo la credenza popolare, l’aspetto delle vele può preannunciare eventi futuri: se sono ampie e ben formate, indicano buoni auspici, bel tempo e serenità. Se invece risultano frammentate o sottili, il messaggio è meno incoraggiante. Alcuni attribuiscono a queste forme valenze ancora più simboliche, legate a matrimoni imminenti, nascite o cambiamenti importanti nella vita personale.

Dietro il fascino del gesto, esiste anche una spiegazione scientifica. Durante le notti d’inizio estate, l’escursione termica tra la terra e l’aria favorisce il sollevamento di filamenti proteici presenti nell’albume. Il calore del suolo, risalendo attraverso l’acqua, trascina con sé le particelle più dense, creando movimenti e strutture che, agli occhi dei più romantici, sembrano scafi e vele sospese.

Oggi, questo rito popolare è diventato anche un fenomeno social: le immagini delle barche di San Pietro si moltiplicano online, accompagnate da riflessioni, confronti e sorrisi. Un modo per tenere viva una tradizione antica, che affonda le radici nella cultura contadina bergamasca e che riesce ancora a unire sacro, profano e meraviglia in un solo gesto.

Che sia un gioco, una preghiera o un modo per fermarsi a osservare il tempo che passa, il 29 giugno resta un giorno speciale, in cui anche un semplice albume può diventare messaggero di speranze, sogni e previsioni.

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