Colere rifiuta l’estensione della concessione sciistica verso Fontanamora: le motivazioni

Il Comune di Colere respinge la proposta di Rsi per l’ampliamento della concessione sciabile. Le ragioni legali e amministrative alla base della decisione, tra normativa e vincoli giuridici

Il ‘No’ di Colere all’estensione della concessione sciabile

Il 12 agosto è stato pubblicato sull’albo pretorio del Comune di Colere il verbale del consiglio comunale, che ha chiarito definitivamente le motivazioni del parere negativo sull’estensione della concessione sciabile verso Fontanamora. Il progetto, avanzato dalla società Rsi, prevedeva l’ampliamento del demanio sciabile per la realizzazione di una cabinovia che avrebbe collegato il Pizzo di Petto alla Val Sedornia, passando per la Val Conchetta e Fontanamora. Tuttavia, il parere espresso dal Comune è stato negativo per motivazioni legali legate alla normativa che regola le concessioni in essere.

Le motivazioni giuridiche del ‘No’ 

L’amministrazione comunale di Colere ha motivato la propria decisione citando l’articolo 175 del decreto legislativo n. 50 del 18 aprile 2016, che regola la modifica delle concessioni durante il loro periodo di validità. Secondo il segretario comunale Gabriele Bondioni, l’estensione della concessione sciabile non soddisfa i requisiti previsti dalla legge. La normativa permette modifiche alle concessioni in corso solo se due condizioni sono soddisfatte:

  1. circostanze imprevedibili per la stazione appaltante;

  2. i cambiamenti non devono risultare “sostanziali” e alterare in maniera significativa gli elementi del contratto originario.

Se queste condizioni non sono soddisfatte, la legge prevede una nuova gara di aggiudicazione. Nel caso specifico, l’Amministrazione ha ritenuto che la modifica proposta dalla società Rsi fosse troppo significativa e non giustificata da circostanze imprevedibili, pertanto ha respinto l’idea di un ampliamento senza una nuova procedura.

Il progetto di Rsi: collegamento sciistico e cabinovia verso Fontanamora

Il progetto avanzato dalla società Rsi mirava a estendere il demanio sciabile di Colere con la costruzione di una cabinovia da 10 posti, destinata a collegare il Pizzo di Petto alla Val Sedornia, lato Lizzola. Questo ampliamento avrebbe comportato un significativo investimento per il collegamento delle stazioni sciistiche di Colere e Lizzola, dando vita a un vero e proprio maxi comprensorio sciistico. Tuttavia, la proposta non ha trovato il via libera dal Comune di Colere, che ha espresso forti riserve sulla sua compatibilità con la normativa vigente.

Le dichiarazioni del sindaco e la posizione di Rsi

Il sindaco di Colere, Gabriele Bettineschi, ha sottolineato che la decisione di respingere la proposta non è stata ideologica, ma dettata da “motivazioni di natura giuridica e finanziaria”. Il sindaco ha precisato che, nonostante il ‘no’ ufficiale, l’amministrazione resta aperta al dialogo per cercare “una soluzione che possa rispettare la normativa e le necessità di sviluppo del territorio”.

Carlo Zanni, presidente della società Valle Decia, che detiene il 100% delle quote di Rsi, ha confermato che la società intende proseguire il confronto con il Comune. Zanni ha dichiarato: “Cercheremo il dialogo”, cercando un’intesa che possa permettere l’avanzamento del progetto in futuro, nel rispetto dei vincoli giuridici.

Le obiezioni dei cittadini e il parere negativo sul progetto

Nonostante il parere negativo del Comune, il progetto di estensione della concessione aveva ottenuto il supporto di una parte della popolazione di Colere. A inizio luglio, infatti, 135 coleresi avevano formalmente chiesto al sindaco di “procedere senza ulteriori indugi” e approvare la proposta di estensione. Tuttavia, il parere tecnico-amministrativo, sostenuto da una rigorosa interpretazione della legge, ha prevalso.

Il futuro del progetto e le possibili alternative

Con l’attuale impasse legato alla normativa, la proposta di collegamento tra Colere e Lizzola dovrà trovare soluzioni alternative o passare attraverso una nuova gara di aggiudicazione, come previsto dalla giurisprudenza nazionale. Nel frattempo, le trattative tra la società Rsi e il Comune potrebbero proseguire, con la possibilità di adattare il progetto alle condizioni legali e trovare un accordo che rispetti le normative vigenti.

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