Furto di 750 forme di taleggio a Pontirolo

Un colpo studiato nei dettagli al Caseificio Invernizzi, storico produttore della Bassa bergamasca

carabinieri

Un’azione audace e pianificata ha scosso il Caseificio Giovanni Invernizzi di Pontirolo Nuovo. Una banda di quattro o cinque ladri ha sottratto 750 forme di formaggi freschi, principalmente taleggio, per un valore di circa 30mila euro. L’episodio si è verificato nella notte tra il 26 e il 27 novembre, lasciando sconcertati i titolari dell’azienda, che in settant’anni di attività non avevano mai subito un furto di questa portata.

Una rapina insolita e ben organizzata

Il furto è avvenuto intorno alle 2 del mattino, quando alcuni vicini, svegliati dai rumori, hanno avvisato uno dei proprietari del caseificio. Nonostante il suo rapido intervento abbia interrotto l’operazione, i ladri erano già riusciti a caricare oltre 700 forme di taleggio, quartirolo e formaggella su un furgone bianco. Questi formaggi, prodotti freschi che richiedono conservazione in celle frigorifere, non sono tipicamente considerati obiettivi di furti, a differenza di prodotti come Grana Padano o Parmigiano Reggiano.

I titolari, di recente premiati ai World Cheese Awards 2024 per la qualità dei loro formaggi, hanno espresso perplessità sull’accaduto. «Non abbiamo idea di dove possano finire i taleggi rubati, dato che riportano il nostro marchio e devono essere conservati al fresco», hanno dichiarato.

L’ingresso dal retro: un piano ben definito

La banda ha agito accedendo al caseificio dalla meno visibile via Deledda, forzando un cancello di servizio. Tagliata la catena, i ladri hanno posizionato il furgone in retromarcia per facilitare il carico delle forme. L’operazione, seppur veloce, ha richiesto tempo e coordinazione a causa del peso e dell’ingombro dei formaggi.

Se il titolare non fosse intervenuto, è probabile che il bottino sarebbe stato ancora più consistente, considerando che la cella frigorifera era ormai quasi vuota.

Indagini in corso

Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Treviglio e Fara d’Adda, che hanno avviato le indagini per identificare i responsabili. Si ipotizza che la banda abbia avuto un mercato già pronto per il taleggio rubato, data la necessità di una rapida conservazione.

L’episodio ha sollevato interrogativi anche tra gli esperti del settore, considerando che furti di taleggio sono rari e complessi rispetto ad altri formaggi a lunga conservazione. Il caseificio, simbolo di eccellenza locale, rimane ora in attesa di sviluppi investigativi.

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