A Bergamo si accende lo scontro politico sui rincari per i cittadini, in particolare sull’ipotesi di aumento della Tari, annunciata dall’assessore al Bilancio Sergio Gandi. La Giunta attribuisce la necessità di questi aumenti ai tagli agli enti locali imposti dal Governo, ma il consigliere della Lega Alberto Ribolla contesta duramente questa posizione, accusando l’amministrazione di cattiva gestione.
Secondo Ribolla, il taglio di 4 milioni di euro in tre anni, derivante dal ritorno del Patto di stabilità europeo, non sarebbe una giustificazione sufficiente per giustificare l’aumento delle tariffe. “Possibile che in un bilancio da 180 milioni non si riescano a limare 4 milioni?”, si chiede il consigliere, parlando di scelte politiche sbagliate, tra cui spese per l’accoglienza dei migranti, progetti discutibili e interventi urbanistici contestati.
Il Pd difende il Comune: “Tagli che penalizzano i cittadini”
Dall’altra parte, il Pd cittadino, attraverso il segretario Alessandro De Bernardis e la capogruppo in Consiglio Francesca Riccardi, sottolinea le conseguenze negative dei tagli del Governo Meloni. “Un’ulteriore riduzione di 4 milioni fino al 2029 colpisce direttamente i cittadini e la qualità dei servizi”, afferma Riccardi a PrimaBergamo, aggiungendo che il Comune è costretto a rivedere le proprie politiche di bilancio e a ridurre gli investimenti.
Il Partito Democratico invita anche il centrodestra locale a prendere posizione contro i tagli decisi dal Governo, chiedendo un impegno condiviso per difendere i Comuni dalla riduzione delle risorse.
La polemica resta aperta e il rischio concreto è che i cittadini di Bergamo debbano fare i conti con aumenti di tariffe e riduzione dei servizi, mentre il confronto politico continua a infiammarsi.