Il caldo torrido che ha investito la Lombardia sta aggravando una crisi silenziosa ma pericolosa: l’aumento dei livelli di ozono nell’aria. A Bergamo la situazione è particolarmente grave: giovedì la centralina Arpa di via Meucci ha registrato 248 microgrammi per metro cubo, superando il limite d’allarme fissato a 240. Si tratta del valore più alto registrato tra tutti i capoluoghi lombardi. Anche Calusco ha superato la soglia, toccando quota 241.
Il confronto regionale mette in luce la criticità della situazione: mentre Bergamo si aggiudica la maglia nera, Lecco ha segnato 225, Monza 195, Como 189 e Milano 174. Meglio ancora Brescia, Mantova, Sondrio e Varese, tutte sotto i 160 microgrammi. Ma non si tratta di un fenomeno isolato o momentaneo: l’ondata di calore che prosegue senza sosta alimenta la formazione di ozono, inquinante che si sviluppa per effetto della luce solare sulle sostanze emesse da traffico, industrie e processi domestici.
Legambiente: “Emergenza sottovalutata”
“L’inquinamento da ozono è un appuntamento fisso dell’estate, ma quest’anno la situazione è peggiore del solito”, denuncia Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia a L’Eco di Bergamo. Secondo l’associazione, le autorità regionali non fanno abbastanza per informare la popolazione né per limitare le emissioni. La Lombardia, sottolinea Legambiente, è la regione europea più colpita dal fenomeno.
A contribuire alla formazione di ozono sono le emissioni dei motori diesel, delle attività industriali e dei solventi domestici, oltre al metano prodotto dalle attività agricole. E se su queste ultime servono interventi strutturali di lungo periodo, sulle altre fonti si potrebbe agire da subito. Legambiente chiede misure immediate, come la limitazione del traffico e una maggiore comunicazione del rischio ai cittadini.
Il Comune: “Problema serio e diffuso”
L’assessora all’Ambiente del Comune di Bergamo, Oriana Ruzzini, ammette la gravità della situazione: “L’ozono è un problema che riguarda tutta la Lombardia”, afferma. Se fino a pochi giorni fa i valori più alti erano in Brianza, ora la Bergamasca è l’area più colpita. L’assessora ricorda che l’ozono è un ossidante che irrita le mucose dell’apparato respiratorio e, quando vengono superate le soglie di sicurezza, il Comune attiva canali informativi e raccomandazioni per la cittadinanza.
Tra le misure in vigore figura anche un’ordinanza che impone ai locali pubblici e ai negozi di mantenere chiuse le porte durante l’uso dell’aria condizionata, per evitare sprechi energetici e ulteriori emissioni. Le sanzioni per chi non rispetta la regola vanno da 25 a 500 euro, anche se non sono ancora disponibili dati sui controlli effettuati.
Cosa si può fare: i comportamenti consigliati
Per contenere l’impatto dell’ozono, i cittadini sono invitati a:
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limitare l’uso dell’auto privata privilegiando trasporto pubblico, bici e spostamenti a piedi;
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ottimizzare l’uso degli impianti di climatizzazione, tenendo porte e finestre chiuse nei locali raffrescati;
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ridurre l’uso di solventi e prodotti chimici volatili in ambito domestico.
Nel frattempo, la temperatura non dà tregua: giovedì a Stezzano si sono toccati i 34,5 gradi, e le previsioni indicano altre giornate roventi. In questo contesto, è probabile che i livelli di ozono tornino presto a salire, rendendo necessarie azioni più incisive e coordinate a livello regionale.