Nuovo ponte San Michele, il comitato chiede una revisione

Dal rischio frane alla mancanza di analisi paesaggistiche, il documento del Comitato per la Tutela e la Valorizzazione del Quartiere Ponte e Monastero dei Verghi solleva dubbi sul progetto approvato da Regione Lombardia

La posizione ufficiale della Regione

Mercoledì 6 agosto, Regione Lombardia ha dichiarato di ritenere lo “scenario 1” di RFI la soluzione migliore per il nuovo ponte San Michele: una struttura promiscua stradale e ferroviaria, costruita a sud dell’attuale ponte, mantenendo le stazioni ferroviarie esistenti.

Le critiche del comitato

Il Comitato per la Tutela e la Valorizzazione del Quartiere Ponte e Monastero dei Verghi, formato da oltre settanta cittadini di Bergamo e Lecco, ha presentato un documento di osservazioni al Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DocFAP).
Il testo, come riporta Bergamonews, frutto di un’analisi tecnica e giuridica, evidenzia lacune rilevanti.

  • Assenza di studi completi sugli impatti sanitari e ambientali, inclusi inquinamento, rumore e vibrazioni.

  • Analisi idrogeologica carente, con contraddizioni rispetto ai dati ISPRA di luglio 2025, che indicano un fronte di frana di grandi dimensioni sul lato lecchese proprio in corrispondenza delle fondamenta previste.

  • Confronto insufficiente tra alternative progettuali, con esclusione a priori del restauro del ponte esistente o di varianti più a sud.

  • Mancanza di valutazioni paesaggistiche e coinvolgimento inadeguato della Soprintendenza.

  • Previsioni di demolizione di immobili privati (fino a 14 unità) senza analisi socioeconomica adeguata.

  • Non conformità con alcune normative europee su valutazione di incidenza ambientale e pianificazione della resilienza climatica.

Le richieste avanzate

Il comitato precisa di non opporsi al potenziamento ferroviario, ma chiede che il progetto sia rivisto garantendo:

  • tutela dei diritti dei cittadini e del patrimonio storico;

  • salvaguardia del ponte esistente e della Valle dell’Adda;

  • partecipazione democratica reale delle comunità locali.

In particolare, invita RFI a:

  • riesaminare le ipotesi progettuali alla luce dei dati ISPRA sul rischio frane;

  • valutare scenari alternativi meno impattanti, anche con attraversamenti più a sud;

  • considerare tecnologie costruttive innovative;

  • coinvolgere esperti indipendenti per verifiche tecniche;

  • rafforzare trasparenza e concertazione con enti e cittadini.

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