Un’operazione congiunta tra Polizia di Stato e Guardia di Finanza ha smascherato a Bergamo un articolato sistema di truffe nel mercato delle auto usate, portando alla luce manomissioni sui chilometri percorsi, falsi documenti e minacce agli acquirenti. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, si sono concluse lo scorso 8 agosto con l’individuazione di un soggetto già noto alle forze dell’ordine per reati analoghi.
Le indagini sono partite dalle denunce di alcuni clienti, che, dopo aver acquistato veicoli apparentemente in perfette condizioni e con bassa percorrenza, hanno scoperto anomalie nei contachilometri. Gli accertamenti della Polizia Stradale hanno confermato che l’uomo acquistava auto di pregio con chilometraggi elevati, spesso provenienti da flotte di noleggio a lungo termine, per poi alterare i dati e rivenderle a prezzi maggiorati.
Il piano truffaldino prevedeva anche la produzione di documentazione falsa, come tagliandi di manutenzione inesistenti e revisioni anticipate, effettuate dopo la manipolazione del contachilometri. In questo modo, il venditore riusciva a far apparire le auto più “giovani” e con uno storico regolare anche nel Portale dell’Automobilista, ingannando di fatto sia i compratori che i sistemi ufficiali di tracciamento.
Sebbene fosse formalmente in possesso di partita IVA, l’uomo operava di fatto come privato, eludendo così gli obblighi di trasparenza e le garanzie previste dal Codice del Consumo, fondamentali nella tutela degli acquirenti. Alcuni di questi, dopo aver scoperto l’inganno, hanno raccontato di aver ricevuto anche minacce verbali nel tentativo di ottenere un rimborso.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto l’obbligo di firma quotidiano per l’indagato, mentre contestualmente sono stati sequestrati beni per oltre 100mila euro, tra cui quattro auto di lusso, due orologi Rolex e diversi gioielli in oro.
Le ipotesi di reato a carico dell’uomo sono truffa, minacce e autoriciclaggio, in quanto parte dei proventi sarebbe stata reinvestita nell’acquisto di nuovi veicoli, alimentando così un circuito illecito e potenzialmente continuativo. Le autorità stanno ora lavorando per accertare eventuali complicità o coinvolgimenti di altri soggetti nel sistema fraudolento.