Brignano Gera d’Adda, rompe un dito a un carabiniere dopo lite col padre: arrestato 33enne

Intervento dei militari per calmare gli animi sfocia in aggressione: l’uomo dovrà firmare ogni giorno in caserma. Processo rinviato a settembre.

carabinieri

Una lite familiare è degenerata in violenza contro le forze dell’ordine a Brignano Gera d’Adda, dove un uomo di 33 anni è stato arrestato per resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale dopo aver ferito un carabiniere. L’episodio è avvenuto tra l’11 e il 12 agosto, in un contesto domestico già teso.

Tutto è cominciato lunedì sera, quando il 33enne, N.G., disoccupato, ha avuto un’accesa discussione con il padre, culminata con due schiaffi e il danneggiamento di un mobile della cucina. Il padre, preoccupato per la piega degli eventi, ha richiesto l’intervento dei carabinieri della Compagnia di Treviglio, i quali sono giunti sul posto e hanno riportato momentaneamente la calma.

Per evitare nuovi scontri, è stato concordato che il giorno seguente il figlio sarebbe tornato nell’abitazione del padre per recuperare i propri effetti personali alla presenza dei militari, così da evitare nuovi episodi di violenza. Ma martedì mattina, al momento dell’incontro, la situazione è precipitata.

Alla vista della pattuglia del Radiomobile, l’uomo ha iniziato a insultare e affrontare verbalmente i carabinieri, gridando frasi come «Siete una vergogna!» e mettendosi faccia a faccia con loro. Poco dopo, ha colpito con un calcio uno dei militari, e durante il tentativo di contenimento da parte dei colleghi, ha continuato a reagire con calci e pugni, fino ad afferrare il pollice di uno dei carabinieri e torcerlo con violenza, causandogli una frattura con prognosi di 30 giorni.

Immediatamente arrestato, il 33enne ha trascorso la notte nella cella di sicurezza della caserma di Treviglio. Mercoledì mattina è comparso in tribunale, dove si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto per l’uomo la misura cautelare dell’obbligo di firma quotidiano presso la caserma. Il processo per direttissima è stato rinviato al 10 settembre.

L’episodio evidenzia ancora una volta i rischi cui sono esposti gli operatori delle forze dell’ordine durante interventi apparentemente di routine, soprattutto in contesti familiari ad alta tensione. La posizione dell’uomo resta delicata, in attesa del processo che ne valuterà le responsabilità penali.

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