Gufo reale liberato nell’Oasi di Valpredina: l’amore per la fauna selvatica

Dopo mesi di recupero, un giovane gufo reale è stato rimesso in libertà a Cenate Sopra, accompagnato da un dispositivo GPS. Ma l’impatto umano e il cambiamento climatico continuano a minacciare la sopravvivenza della fauna selvatica

La liberazione del gufo reale nell’Oasi di Valpredina

Mercoledì 13 agosto è stato un momento di grande emozione nell’Oasi Wwf di Valpredina, a Cenate Sopra. Un giovane gufo reale, nato circa quattro mesi fa all’interno del Centro Recupero Animali Selvatici (Cras), è stato reintrodotto in natura. Questo rapace notturno, il più grande d’Europa, è stato liberato con un dispositivo GPS per monitorare i suoi movimenti e lo stato di salute. L’esemplare è figlio di una coppia di rapaci irrecuperabili, che a causa di lesioni gravi non possono essere reintrodotti in natura. Il suo recupero ha richiesto un attento processo di allevamento e addestramento, in cui gli operatori del Cras gli hanno insegnato a volare e a cacciare.

Il futuro del gufo reale e il monitoraggio tramite GPS

Questo gufo rappresenta il quattordicesimo esemplare di gufo reale liberato dal Cras. Matteo Mauri, responsabile della struttura, ha spiegato: “Dopo un mese di vita, il gufo è stato separato dai genitori per essere allevato in sicurezza. La sua liberazione è un momento simbolico, ma è anche l’inizio di una nuova fase della sua vita in natura”. Il piccolo rapace è stato equipaggiato con uno zainetto contenente il GPS che ne monitorerà il comportamento, permettendo agli operatori di verificarne la salute. Purtroppo, solo uno dei precedenti quattro esemplari liberati è riuscito a sopravvivere per più di qualche mese, mentre gli altri sono stati vittime di incidenti causati dall’impatto antropico.

Impatto antropico e sfide per la fauna selvatica

I precedenti gufi reali liberati, purtroppo, non sono riusciti a sopravvivere per molto tempo. Il primo è stato ucciso da una scarica elettrica dei cavi dell’alta tensione, il secondo ha subito un incidente sull’autostrada A1, e il terzo ha ingerito veleno per topi. “Questi eventi sono la prova che la fauna selvatica è fortemente minacciata dall’impatto umano – commenta Mauri a Bergamonews –. Speriamo che questo nuovo gufo abbia un destino diverso da quello degli altri”. Nonostante gli ostacoli, c’è ancora speranza che alcuni di questi rapaci possano vivere liberamente in natura.

Aumento dei ricoveri al Cras: il cambiamento climatico come causa principale

Nel mese di giugno, il Cras ha registrato un boom di ricoveri, con 845 animali curati in soli 30 giorni, un incremento di oltre il 50% rispetto all’anno precedente. Mauri ha attribuito l’aumento dei ricoveri agli eventi climatici estremi, come ondate di calore e forti temporali, che hanno causato notevoli difficoltà alla fauna selvatica. Gli operatori hanno dovuto prendersi cura di numerosi orfani lasciati senza i genitori a causa delle condizioni meteo avverse. A luglio e agosto, sebbene le medie siano tornate a livelli più normali, nel 2025 il totale complessivo di animali soccorsi ha già raggiunto quota 2.280.

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